Crowdfunding per vini

Edoardo Narduzzi
Un recente paper dello scorso aprile pubblicato dall’American Association of Wine Economists, “Crowdfunding in Wine”, ha misurato la propensione a investire dei consumatori francesi nell’enologia tramite appunto la raccolta diretta via internet del capitale.

Il crowdfunding è diventato popolare nel finanziamento delle start up. Negli ultimi anni le imprese innovative hanno preferito evitare di passare per i fondi di venture capital o investitori analoghi per raccogliere il capitale necessario a sviluppare l’idea di business, e si sono affidate, invece, al finanziamento, anche micro quindi molto parcellizzato, raccolto direttamente via web dai singoli investitori. Tanti micro soci, quindi, invece di pochi investitori istituzionali. Il crowdfunding come forma di investimento alternativo sta prendendo il largo anche nell’industria del vino.

 

Un recente paper dello scorso aprile pubblicato dall’American Association of Wine Economists, “Crowdfunding in Wine”, ha misurato la propensione a investire dei consumatori francesi nell’enologia tramite appunto la raccolta diretta via internet del capitale. Il risultato è che ben due terzi delle persone intervistate si sono dette interessate e disponibili a usare il crowdfunding come forma di raccolta  per diversificare le loro modalità di acquisto di etichette specifiche. In questo caso, lo strumento è pensato come una sorta di mercato futures del vino nel quale fare investimenti specifici nelle bottiglie più pregiate, caratterizzandosi come una specie di mercato al dettaglio dei vini en primeur. Un altro terzo si è detto disponibile a usare il crowdfunding per acquistare azioni di imprese vinicole, quindi a utilizzare lo strumento come un’opportunità di diversificazione dei propri investimenti verso i cosiddetti asset alternativi, quale il vino appunto è.

Di più su questi argomenti: