Pinot Noir batti-spread

Edoardo Narduzzi
Arranca il pil della Francia guidata da François Hollande che chiude il 2015 con un modesto più 1,1 per cento.

    Arranca il pil della Francia guidata da François Hollande che chiude il 2015 con un modesto più 1,1 per cento. In campagna elettorale il piano Hollande fissava al 2,25 per cento la crescita nel 2015 e la prima legge di bilancio del suo governo puntava a una crescita del 2 per cento per l’anno appena concluso. Parigi, invece, senza le riforme necessarie ha chiuso alla metà del target.

     

    Molto meglio è andata ai rossi di Borgogna. Terra ricca di prestigiosi Pinot Noir tra i quali il Richebourg merita un calice di riguardo. Un Grand Cru della Côte de Nuits che produce meno di 30 mila bottiglie all’anno in poco meno di 8 ettari di vite. E’ quindi una nicchia nella nicchia del Terroir. Nel 2015 ha dato soddisfazioni da record a chi lo aveva scelto in precedenza come veicolo ideale per navigare oltre la crisi finanziaria. Il bilancio complessivo di tutte le annate e di tutte le etichette andate in asta segna un più 80 per cento di rialzo sui prezzi medi rispetto a quelli dell’anno precedente. E ben tre vendemmie hanno spuntato un guadagno  a tripla cifra: il Richebourg Romanée-Conti del 1980 che ha messo a segno un più 119 per cento, l’annata del 1998 della stessa casa che ha chiuso a Hong Kong in rialzo del 156 per cento e l’Henri Jayer del 1985 che ha registrato un più 116 per cento.

     

    Guadagni e rendimenti che fanno di questo Pinot Noir un sicuro e invidiabile Grand Cru da dover tenere in assoluta considerazione in una stagione di politiche monetarie iperespansive, come Mario Draghi ha ricordato questa settimana a Strasburgo.