Super Kosher

Edoardo Narduzzi
Gli annunci sono continui. Si succedono, trimestre dopo trimestre, da quando il governo Renzi ha preso la fiducia delle camere. Ma di risultati in tema di Agenda digitale non se ne sono visti molti.

    Gli annunci sono continui. Si succedono, trimestre dopo trimestre, da quando il governo Renzi ha preso la fiducia delle camere. Ma di risultati in tema di Agenda digitale non se ne sono visti molti. Anzi, la politica digitale in stallo è una delle principali critiche che l’esecutivo del Rottamatore deve gestire: dopo diciotto mesi i web services della burocrazia sono ancora un miraggio e perfino le certificazioni antimafia sono tanta carta che gira tra le imprese e la PA. Non c’è stata alcuna centralizzazione dei dati ed ogni amministrazione resta un silos che costringe il cittadino o l’impresa a defatiganti pratiche cartacee. L’eurozona, con l’Estonia che ha appena lanciato la cittadinanza digitale, è su un altro pianeta.

     

    Eppure basterebbe ispirarsi alle politiche digitali di Israele, paese nel quale il Premier è stato di recente, per fare molto in poco tempo. Certo, la PA andrebbe rottamata per davvero e non solo sulle slide per avere una rivoluzione digitale, perché nuove tecnologie necessitano di nuovi processi e di nuove teste. Nell’attesa si può bere un rosso israeliano che sembra un amarone: lo Zauberman Limited Edition del 2005, un vino tosto di ben 15,4 gradi percentuali di alcol. Oppure sorseggiare uno Yarden Katzrin del 1990, il vino kosher dei record, visto che una sua doppia magnum è stata battuta in asta all’iperbolico prezzo di 3.383 dollari, prodotto nella Golam Heights insieme a un ottimo Cabernet Sauvignon kosher. Per chi ama la tradizione, invece, si consiglia un Domaine du Castel della Carmel, la più antica e più grande cantina di Israele, prodotto nel terroir delle Judean Hills.