Jenny Holzer, una leggenda dell'arte americana a Bergamo

Parole e azione in una mostra della GAMeC

    Bergamo, 3 ago. (askanews) - E' una artista iconica, capace da fine anni Settanta di portare negli spazi pubblici i suoi testi di lotta e rivendicazione. Jenny Holzer, oggi 68enne, è una dei grandi protagonisti della seconda stagione dell'arte concettuale, che è riuscita a fare della pratica artistica uno strumento ben più largo degli spazi museali, nonché di aprire la strada a ricerche che hanno portato ad allargare sempre di più la sfera sociale dell'arte. Le sue proiezioni sugli edifici, i suoi testi a led, ma anche le sue panchine di marmo incise o le targhe sovversive che parlano di violenza, oppressione, femminismo, potere, guerra o sessualità sono diventate proverbiali nella storia dell'arte di oggi.

    L'abbiamo incontrata a Bergamo, per l'inaugurazione della mostra "Tutta la verità", presentata a Palazzo della Ragione dalla Galleria d'arte moderna e contemporanea. E anche se non ha voluto essere intervistata in video, Jenny Holzer ci ha comunque parlato della relazione tra le parole e il mondo. "Le parole - ci ha detto - possono essere cattive e possono essere buone, in base a come le si usa. Io vorrei che le mie servissero a fare capire e a portare le persone poi ad agire".

    Nello spazio bergamasco i messaggi dell'artista americana prendono la forma di una serie di nuove proiezioni luminose che trattano di molti temi classici del suo lavoro - identità e genere, per esempio - ma che si focalizzano poi in particolare sulla guerra e sul tema delle crisi migratorie. Come sempre sono messaggi diretti, a volte brutali, a volte lirici, tanto che tra gli autori dei testi Holzer ha scelto, oltre a molti esuli e vittime della guerra, anche poeti: tra loro Pier Paolo Pasolini, Wislawa Szymborska o Patrizia Cavalli. Accanto alle installazioni video, poi, nove panchine in marmo, anch'esse con incise frasi, completano l'installazione, potente, complessa, dolorosa e avvolgente, di Palazzo della Ragione.

    La mostra bergamasca è curata dal direttore della GAMeC, Lorenzo Giusti:

    "Jenny Holzer è una grande artista americana, un riferimento e un modello non soltanto per i curatori e gli artisti della mia generazione, ma ancora oggi il linguaggio di Jenny Holzer - ci ha detto - ci permette di capire quali sono le dinamiche della comunicazione che vengono in qualche modo utilizzate su vari fronti. E' un'artista che è sempre stata d'attualità, ma che oggi forse ancora di più riesce a parlarci di quello che siamo e di come noi percepiamo i messaggi o riusciamo a veicolarli".

    Nell'installazione, concepita appositamente per il palazzo di Bergamo Alta, si possono perdere i riferimenti spazio temporali e si può venire trasportati dentro una dimensione che per Holzer è semplicemente - e qui si trova il nervo principale del suo radicalismo - quella della verità. "La verità esiste - ci ha detto l'artista con assoluta convinzione e naturalezza - i testi dei bambini siriani dicono la verità, sono non mediati, sono semplicemente veri".

    Jenny Holzer da oltre 40 anni agisce con le proprie parole, che per chi le incontra si traducono spesso in carne, sangue, orrori e soprusi di fronte ai quali l'artista, con la sua serena ma incrollabile fermezza, continua a non volersi piegare.

    Anche questa, e non solo gli oggetti super milionari di Jeff Koons, è l'arte contemporanea. Ed è importante ricordarlo, sempre.

    A cura di Askanews