Pmi alimentare, la sfida al mercato con le tecnologie "amiche"

Settore in costante crescita ma molte potenzialità da sfruttare

    Milano, 21 giu. (askanews) - Per i prodotti dell'industria alimentare la sfida del mercato si vince attraverso l'adozione su vasta scala, anche nelle piccole e medie imprese, delle nuove tecnologie, con la costante innovazione nei processi produttivi e con la certificazione dell'origine e della sostenitibilità dei prodotti. Della rivoluzione in atto nel settore se ne è discusso a Verona al convegno "Le tecnologie amiche delle Pmi, per crescere in uno scenario sempre più competitivo" organizzato da Confimi Industria alimentare.

    Ne ha parlato Pietro Marcato, presidente di Confimi industria alimentare: "Le nostre piccole imprese alimentari stanno tendendo il passo. Registriamo a livello generale una crescita anche se si parla ancora di pochi decimali, ma la crescita c'è ed è continua. Abbiamo assolutamente necessità di innovazione tecnologica, che ci permette di migliorare i nostri processi produttivi e soprattutto di mantenere in campo le nostre peculiari capacità e qualità".

    Con un fatturato che ha raggiunto i 140 miliardi di euro nel 2018, l'agroalimentare italiano è in crescita lenta ma costante, in controtendenza rispetto al comparto manifatturiero. Le piccole e medie imprese generano l'80 per cento dei ricavi del settore. Ma le potenzialità da sfruttare, attraverso la rivoluzione tecnologica dell'industria 4.0 e la tecnologia Blockchain, sono ancora molte.

    "Chiediamo al governo - ha proseguito Marcato - di fare un focus particolare sull'industria alimentare. L'industria alimentare negli ultimi vent'anni ha mantenuto un tasso di crescita. Forse è l'unico settore manifatturiero italiano che ha avuto questo tasso di crescita, che ci permette di essere estremamente positivi e propositivi a livello mondiale. Quindi chiediamo al governo di seguirci, di starci vicini ed essere al nostro fianco".

    Tra gli esempi di innovazione c'è "Blockchain Plaza", un progetto ideato per condividere esperienze, idee, proposte sulle tematiche della blockchain nel comparto agroalimentare. Lo ha illustrato Michele Zema, direttore commerciale di CSQA Certificazioni: "Vogliamo garantire al consumatore finale sia l'origine che

    l'originalità. Si cerca in questo modo di utilizzare una tecnologia sicura e diffusa, e dare garanzia al consumatore che il prodotto che compra oltre che si essere di origine italiana è originale". "La cosa importante - ha proseguito - è che le imprese credano in questo modello e ancora di più siano realmente trasparenti rispetto le regole del mercato e dell'impresa".

    L'innovazione tecnologica promette di cambiare, in meglio, il rapporto tra consumatore e produttore. "L'azienda - ha sostenuto Zema - deve diventare veramente un'azienda sostenibile a 360 gradi, perché oggi la sostenibilità non è soltanto la parte ambientale ma anche la parte etica e la parte economica. Con queste tecnologie riusciamo a garantire tutti questi aspetti anche al consumatore finale, che per la prima volta, utilizzando questa tecnologia, interagisce direttamente con il produttore. Quindi passiamo dal business to business al business to consumer".

    A cura di Askanews