Una devianza crepuscolare: una mostra alle origini di Paul Klee

Al MUDEC di Milano un percorso tra moderno e primitivo

    Milano (askanews) - C'è una linea, una linea in molti casi pressoché perfetta, al fondo del lavoro di Paul Klee, uno degli artisti che hanno dato una identità al primo Novecento. Ma accanto a questa linea, che da disegnata si fa dipinta, c'è anche un'indagine sulle origini della figurazione moderna. Da qui parte la mostra "Paul Klee. Alle origini dell'arte" allestita al MUDEC di Milano con la curatela, insieme a Raffaella Resch, di Michele Dantini.

    "La sua - ha spiegato il curatore ad askanews - è una controvoce crepuscolare rispetto a un certo classicismo monumentale, che potrà essere quello di von Stuck al tempo della sua giovinezza, ma potrà anche essere quello di Matisse o di Picasso negli Anni Trenta. Lui non crede che un artista, per quanto dotato di un talento formidabile, possa sovvertire una circostanza elementare, non è più il tempo dell'arte, le Muse sono scappate e Dio è morto, per citare Nietzsche, per cui sostanzialmente non abbiamo la possibilità di restaurare in piena maestà l'immagine".

    E dunque da questo mancato restauro scaturiscono le strade alternative che Klee batte con il gusto della beffa, ma anche con la capacità di uno sguardo in molti casi puro, o quantomeno purificato. Che si rivolge all'arte primitiva, tema classico per un museo etnografico come il MUDEC, con uno sguardo, come si è detto, diverso rispetto a molti altri artisti dell'epoca. Che parte soprattutto dal talento di Klee per il disegno.

    "E' molto interessante dal mio punto di vista - ha aggiunto Dantini - capire la genealogia che lui si reinventa, la capacità di lavorare con durezza, anche darwiniana, da capitalista di se stesso, di lavorare e tesaurizzare le sue capacità. Lui capisce fin da giovane di avere una potenza nel disegno, meno nella pittura ad olio, e su quello lavora, sulla propria devianza rispetto ai modelli contemporanei".

    Altro aspetto rilevante dell'indagine sul primitivismo in Klee è il fatto che lui si rifaccia principalmente a quello cristiano ed europeo, mentre il nostro immaginario collettivo oggi rimanda a esotismi dell'Africa o dell'Oceania. Un'ulteriore sfida che la mostra del MUDEC, aperta fino al 3 marzo 2019, pone al pubblico, ma soprattutto a se stessa.

    A cura di Askanews