Calafata, Lucca: sostenibilità è riscatto di persone e territorio

Al Salone della CSR un modello per valorizzare aree inutilizzate

    Firenze (askanews) - Recupero e valorizzazione di un territorio, e delle persone svantaggiate, ma con una presenza solida sul mercato: è l'idea di impresa sostenibile realizzata dalla cooperativa lucchese Calafata e presentata a Firenze nel corso della settima tappa de "le Rotte della sostenibilità" come testimonianza concreta di progettualità imprenditoriale proiettata verso la protezione e lo sviluppo di persone e luoghi. "Cooperativa Calafata è riscatto del territorio, in quanto si prende cura di terreni altrimenti destinati all'incuria e li restituisce alla loro vocazione agricola - spiega Donatella Turri, direttore della Caritas e socia fondatrice della Cooperativa agricola sociale Calafata - Ma è anche riscatto delle persone, perché nel recupero del territorio mette a frutto la forza lavoro di soggetti che vengono da percorsi di vita complessa e da situazioni di svantaggio: dipendenze, disagio mentale, carcere Riscatto quindi dei luoghi e riscatto delle persone".

    Cinquecentomila euro di fatturato, 20 persone impiegate in modo continuativo -di cui 15 svantaggiate- e altre 20 coinvolte con contratti stagionali o borse; 10 ettari a vigneti, 13 a ortive, uno e mezzo per la frutticoltura e 40 arnie. Punto di forza della cooperativa è il misurarsi senza sconti sul mercato, dimostrando così che impresa sociale non è affatto uno slogan. "Calafata è sociale, ma è anche azienda, impresa - sottolinea Turri - per cui quando si arriva a fine mese i conti devono tornare. E scelte come quelle che facciamo noi, di una agricoltura di eccellenza e di percorsi sociali molto personalizzati, si traducono poi in costi importanti. E essere quindi concorrenziali sul mercato non è sempre semplice, ma per ora è una sfida che siamo riusciti a vincere".

    I terreni su cui opera Calafata sono dati in usufrutto o in affitto da proprietari che non hanno possibilità o volontà di valorizzarli. La cooperativa invece li riporta a nuova vita custodendo e rivitalizzando coltivazioni tradizionali come il pomodoro canestrino lucchese o il fagiolo lucchese, con metodi biologici e biodinamici. "Dal punto di vista delle verdure - dice ancora Turri raccontando del bacino di commercializzazione della operativa - siamo su un mercato a filiera corta: quindi abbiamo come referenti i gruppi di acquisto solidali e i mercati contadini della zona di Lucca e della Versilia. Abbiamo anche esperimenti con la grande distribuzione, ma solo nei punti vendita della piana di Lucca. Per il vino, invece, abbiamo un distributore a livello nazionale, abbiamo già le prime esportazioni anche a livello europeo; e quest'anno abbiamo venduto le prime bottiglie in Cina".

    Calafata ha condiviso il proprio progetto nel corso della giornata di lavoro "le Rotte della sostenibilità" organizzata a Firenze da il Salone della CSR e dell'innovazione sociale, in vista dell'appuntamento nazionale a Milano, in Bocconi, il 2 e 3 ottobre 2018.

    A cura di Askanews