Foto di Sam Howzit (via Flickr)

Storia degli asteroidi. Compreso quello che ha appena sfiorato la Terra

Paolo Galati

Si chiama 2017 BH30 ed è passato a soli 70.000 chilometri dal nostro pianeta. Ma nessuna psicosi da Apocalisse

Alle sei meno dieci del 30 gennaio – con la maggior parte degli italiani ancora a letto – un asteroide grosso come una Fiat Multipla ha sfiorato la Terra. Mentre il mondo intero si sta interrogando sulle sorti della democrazia la natura ci ricorda quanto siamo effimeri. Ma facciamo un passo indietro di circa 50.000 anni. In Arizona, a Winslow, un meteorite di una cinquantina di metri di diametro si polverizza nell’impatto con la superficie terrestre lasciando un segno che si può ammirare con Google Earth (o Maps) cercando “meteor crater”. Fortemente sconsigliato andarci per una visita: costo del biglietto 18 dollari per vedere un “buco strapagato e qualche notizia da museo”, dicono le recensioni online. Il Meteor Crater è stato anche lui un asteroide che appunto 50000 anni si è schiantato sulla terra.

 

 

Asteroide dal greco "aster" che significa stella e "eidein" che significa apparire: da cui segue “a forma di stella” o “sembrare una stella”. Nel 2017 diremmo il “fake di una stella”. Questo perché in effetti con i piccoli telescopi del ‘700 potevano sembrare delle stelle minuscole. Il primo fake di una stella è stato scoperto il 1 gennaio del 1801 da Padre Piazzi a Palermo e fu battezzato Cerere. Da allora ne sono stati individuati 200.000. Duecentomila oggetti che hanno una loro orbita, una loro massa e una loro dimensione. Le forme che possono assumere gli asteroidi sono diverse e noi degli anni ’80 ce le immaginiamo molto simili a quelle indimenticate del gioco Asteroids della Atari, forse il più famoso videogame della storia. La crescente consapevolezza (e paura) di avere una potenziale “caduta massi” dallo spazio ha spinto sia la Nasa che altre organizzazioni a creare programmi di sorveglianza e monitoraggio asteroidi. Sì, ma dove vivono gli asteroidi?

 

La maggior parte – soprattutto per ragioni di stabilità gravitazionale – se la passa abbastanza bene tra Marte e Giove. Un’altra popolazione numerosa condivide l’orbita con Giove: i cosiddetti “asteroidi troiani” che hanno tutti nomi propri dell’Iliade. Alcune famiglie di asteroidi si faranno per sempre gli affari loro mentre circa 10.000 – che vanno sotto il nome di Neo (Near Earth Object, resti di comete inclusi) – hanno un’orbita vicina a quella terrestre o addirittura la intersecano. Date le diverse dimensioni che assumono non tutti gli asteroidi daranno luogo a devastazioni catastrofiche e gli asteroidi con diametro superiore al chilometro raggiungono un numero inferiore a 1000. E poi c’è da considerare la protezione del guscio atmosferico che circonda la terra: molti asteroidi si polverizzano prima di mettere il naso dentro l’atmosfera. Quelli che riescono ad oltrepassarla si chiamano meteoriti: per definizione un meteorite è quel che resta di un asteroide quando raggiunge la superficie terrestre.

 

L’asteroide che ci ha fatto una carezza pochi giorni fa si chiama 2017 BH30 ed è passato a soli due tagliandi di auto da noi: 70.000 chilometri è una bella distanza ma è solo un quinto della distanza terra-luna. Certo, probabilmente entrando in atmosfera avrebbe generato un centinaio di desideri ma non avrebbe fatto danni. Anche la terra ogni tanto ha bisogno di farsi sfiorare. Nessuna psicosi da asteroide, andiamo pure a dormire guardando il soffitto e scarichiamo Asteroids per prepararci al peggio. Del resto la probabilità di impatto di oggetti del diametro di circa 2 km è di un evento ogni milione di anni. Da fonti governative – per il momento – si esclude qualsiasi responsabilità di Trump sul passaggio ravvicinato dell’asteroide ed è arrivata la smentita sull’ipotesi della creazione di un soffitto grande quanto gli Stati Uniti. Ma mai dire mai.

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