una fogliata di libri

I cani del tempo. Filosofia e icone della pazienza

Maurizio Schoepflin

La recensione del libro di Andrea Tagliapietra, Donzelli, 192 pp., 34 euro

Dobbiamo a sant’Agostino (354-430) una delle più potenti riflessioni che sul tema del tempo siano mai state elaborate dal pensiero occidentale. Si tratta di una meditazione stimolata dalla difficoltà che il filosofo di Tagaste provò nel rispondere a chi gli domandava che cosa fosse il tempo. Lo dichiara egli stesso nelle Confessioni, laddove scrive: “Cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede non lo so”. Questo interrogativo agostiniano ha attraversato i secoli, giungendo sino a noi: se lo è posto anche Andrea Tagliapietra, professore ordinario di Storia della filosofia presso l’Università San Raffaele di Milano, che, per dare a esso una risposta, ha scelto un percorso particolarmente originale e complesso, facendo ricorso a un’accurata indagine e a una profonda analisi della presenza del cane in numerose opere pittoriche. La trattazione prende le mosse dal dipinto “Due cani da caccia legati a un ceppo” di Jacopo Bassano, un lavoro risalente agli anni 1548-1550, oggi esposto al Museo del Louvre, e si dipana poi attraverso l’interpretazione di numerose altre pitture, come ci trovassimo dinanzi al catalogo di un’esposizione.

 

Scrive Tagliapietra: “I singoli dipinti sono corredati da ecfrasi più o meno dettagliate, ma lo scopo che li raduna non riguarda né la storia dell’arte e della pittura, né l’iconologia, ma semmai l’ideografia, ovvero il pensiero che queste immagini suscitano e recano con sé per la comprensione del significato della pazienza”.  In un’epoca, quale la nostra, caratterizzata dalla fretta e dalla noia, le icone dei cani del tempo “ci conducono… all’antidoto della più semplice forma di pazienza, che è anche la più difficile da conseguire… Si tratta della pazienza come atto di attenzione senza finalità né oggetto, ovvero la disposizione di chi si abbandona all’immanenza della pura durata”.

 

A giudizio dell’autore, seguendo questa linea, “si scoprirà l’attualità non antropocentrica della pazienza”, che non è attesa, aspettativa o speranza, ma “disciplina dell’attenzione… comprensione della mortalità quale orizzonte comune dei viventi e piena responsabilità nei confronti del tempo vissuto”. Al termine della lettura del libro di Tagliapietra, senza dimenticare la nota affermazione secondo la quale il cane è il più fedele amico dell’uomo, potremmo aggiungerne un’altra, ovvero che il cane è il più paziente amico dell’uomo. Ma forse, in ultima analisi, il concetto espresso sarebbe il medesimo. 

     

I cani del tempo. Filosofia e icone della pazienza
Andrea Tagliapietra
Donzelli, 192 pp., 34 euro

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