Grafica di Giovanni Battistuzzi 

Una Fogliata di libri

Bontempelli e la battaglia contro lo scorrere implacabile del Tempo

Giulia Ciarapica

Di Massimo Bontempelli, è in libreria “Vita e morte di Adria e dei suoi figli” (Utopia Editore)

"Nel mondo di Adria non esisteva il segreto. Quale era nato, tale passando i mesi e gli anni rimaneva e sarebbe rimasto per l’eternità; perché nel mondo di Adria non esisteva tempo”: quello di Massimo Bontempelli, “Vita e morte di Adria e dei suoi figli” (Utopia Editore), è un romanzo che trae forza da un elemento, la bellezza straordinaria della protagonista, Adria, una bellezza che diventa religione, un culto in cui nessuno può interferire. Ma non è sufficiente. Non basta dire che Adria è bella; che non si fa toccare dai suoi figli per non sciupare il corpo; che non si fa avvicinare dal marito più del tempo concessogli; che parla poco e sorride molto, in modo tenue e imprevisto, lasciando che gli altri avvertano nettamente la barriera che lei pone fra sé e la realtà. Non basta perché Adria non è vittima della propria bellezza, il suo corpo è un tempio ma non diventa oggetto di mera contemplazione: la sua è una lotta contro il Tempo, e il destino a cui andrà incontro – la clausura, l’allontanamento definitivo dal resto del mondo che si rende tangibile con la fuga a Parigi, là dove neanche ai figli è permesso raggiungerla – sarà frutto di una consapevolezza: ciò che solamente può scalfire il senso del Tempo è la Passione, l’evento traumatico – positivo più che negativo – che riduce al minimo la percezione del Tempo stesso e ne altera le fattezze, riverberandosi sul corpo, dunque sulla bellezza, che nonostante tutto aumenta.

 

Adria si accorge di essere più bella quando il sentimento di Guarniero – l’unico uomo che abbia osato amarla davvero, e che proprio per questo alla fine perderà il senno, compiendo un atto colmo di violenza e finendo in manicomio – la investe con la sua verità. Oltre ogni limite, la portata di quel sentimento che si dilata nel tempo e che arriva ad Adria dopo cinque anni dal suo palesamento, le fa dire: “Essere più bella, nasce da un fatto, da qualche cosa, che muove l’animo. Eccola, con le linee stesse di ieri, di sempre, è più bella perché un’espressione nuova, una tenerezza, una apprensione, sono venute a posare tra quelle linee (…). Forse la passione è più bella del paradiso. Ma la passione trascina al disfacimento”.
Passione è sinonimo di declino, e il declino s’approssima alla coscienza del Tempo. La bellezza di Adria è la misura delle ore, dei mesi, degli anni, non a caso è ciò con cui la donna tiene in scacco tutti quanti, figli compresi. Il Tempo avvicina alla morte ma è sotto di lui che la vita scorre e accade, mentre Adria tiene le fila di una sorte che prima o dopo chiederà il conto a chiunque, persino a lei.

 

In definitiva, il concetto temporale – che parrebbe caro a Bontempelli e che si manifesta palesemente in “Gente nel tempo” ma anche, seppur in modo più blando, nel romanzo “Il figlio di due madri” (tutti ripubblicati oggi da Utopia Editore) – permea gran parte della produzione dell’autore servendosi del realismo magico e della sua malleabilità, così da poter prendere forme a volte anche inconsuete.
Come in “Gente nel tempo”, anche in “Vita di Adria e dei suoi figli” l’armonia stilistica e musicale del testo si basa sul rapporto prima/dopo, presente/passato e sull’uso, altalenante ma significativo, dei tempi verbali: la voce onnisciente e pur comprensiva del narratore gioca con la dimensione temporale e ci ricorda che gli anni non sono altro che il frutto del nostro sentimento, la vita a servizio del Tempo.

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