Una fogliata di libri

Cinque martedì d'inverno

Gaia Montanaro

La recensione del libro di Lily King (Fazi, 214 pp., 18 euro)
 

"Non c’era motivo per cui dovesse andare diversamente, per cui questa volta riuscisse a rendere più felice un’altra donna. Era lo stesso. Era sempre rimasto lo stesso. Lo meravigliava che nei libri la gente guardasse con affetto al ricordo di sé, come pensando a un conoscente perduto. Lui, invece non era mai stato diverso (…) Negli ultimi vent’anni aveva letto molto, ma niente che avesse messo in pericolo la sua visione del mondo o il posto infinitesimale che vi occupava”.

E’ in qualche modo spesso laterale lo sguardo che porta Lily King nel tratteggiare i personaggi dei suoi dieci racconti. Come la prospettiva che caratterizza Mitchell, quarantenne proprietario di una libreria che si innamora di una sua dipendente. Non sa come gestire quel sentimento, non ne ha dimestichezza; forse perché si è sempre sentito periferico anche nella sua stessa esistenza e implicarsi in un rapporto comporta invece centralità, messa in discussione di sé. Mitchell è a uno snodo esistenziale come lo sono spesso i protagonisti di Cinque martedì d’inverno: tentano di costruirsi un’umanità nuova, diversa, non di rado tramite un evento di rottura che fa da strappo e anche da molla. Così è per la quattordicenne Carol che in “Creatura” si innamora del figlio sposato del suo datore di lavoro Hugh – le cui attenzioni diventano da tenere a predatorie nel giro di qualche bicchiere.

Avviene un ribaltamento dalla giovinezza all’età adulta, un passaggio repentino fino ad allora solo fantasticato e letto sui libri ma che, una volta diventato reale, ha per Carol una connotazione amara. “Ma stavo provando a vivere come quella strana ragazza, a vivere come Jane Eyre, a vivere come una scrittrice sola in una stanza tutta per sé, che alla fine, dopo tante cose, è ciò che sono diventata”. E ancora: un quattordicenne affidato alle cure di due studenti universitari dopo l’esaurimento nervoso del padre professore, un uomo gay che ha un’inquietante riunione con il suo compagno di stanza del college per il quale aveva una cotta segreta o una figlia adolescente la cui madre le confessa di volere più bene al fratello. 

King, come nei suoi precedenti romanzi, assume spesso l’angolazione dell’adolescenza, periodo per eccellenza di passaggio, di abbandono delle certezze e di messa in discussione profonda di sé.  Racconta di tumulti interiori, anche abbandonandosi a momenti di crudeltà ed estrema asprezza ma non dimenticando mai un’ultima tenerezza, a volte malinconica ma mai scontata. Lo fa con una scrittura cangiante che, messa alla prova della forma racconto, si mostra ancora una volta in tutta la sua qualità.

Lily King
Cinque martedì d’inverno
Fazi, 214 pp., 18 euro

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