A Zurigo, sulla luna. Dodici mesi in Paradeplatz

Francesca Pellas

La recensione del libro di Yari Bernasconi e Andrea Fazioli, Gabriele Cappelli editore, 144 pp., 16 euro

Che cosa succede a un luogo quando non ci siamo? Rimane uguale, o senza di noi si sposta? Cambia? Esiste ancora? A queste domande non si può rispondere: vivere vuol dire accettare il mistero. Un luogo però si può osservare, provando a tenere traccia di come si muove il vento sulla sua superficie, di come si muovono le persone, di come il tempo, atmosferico e non, dialoga con le sue pareti metaforiche. Se partiamo per esempio dal presupposto che le pareti di una piazza sono i suoi palazzi, il pavimento è il selciato, il soffitto è il cielo, ecco che una panchina libera è la poltrona più giusta per metterci a guardare, soprattutto se lì davanti passa molta gente, a tutte le ore.

  

Poniamo che ci sia una fermata di tram. E che la piazza sia Paradeplatz, e la città Zurigo. La seconda tutti la conoscono, o sono convinti di conoscerla; la prima è il suo centro: la piazza delle banche, e quindi il suo cuore. Peccato che Zurigo, pur essendo anche quello, sia in realtà molto diversa da come siamo abituati a pensarla. Intanto, non sono le banche a costituirne il cuore ma è lei, intesa come città, a essere uno dei cuori d’Europa. Una cosa viva, e antica. La si pensa fredda e invece avvolge. La si immagina fatta di soldi, ma ciò che più sorprende di lei è la sua bellezza. Le acque blu zaffiro del fiume e del lago. I palazzi con le tettoie medievali, l’incanto delle vie e delle piccole piazze del centro con le loro fontane, gli scalini e le salite, i gatti nascosti nei giardini.

  

Perché la verità è che a Zurigo, se ci si mette in ascolto davvero, e cioè con gli occhi, si avverte chiaramente una cosa, vale a dire che è un posto dove da sempre si commercia l’oro, persino da prima che l’oro esistesse. E poi ci sono i tram, dappertutto. Tagliano la pianta della città questi binari fittissimi, su cui ogni pochi minuti sfrecciano tram diretti da tutte le parti. E’ facile spostarsi, perché ovunque uno debba andare ci si arriva con i trasporti pubblici, blu e silenziosi come l’acqua. E tutti, prima o poi, passano da Paradeplatz: la piazza della Parata.

  

Qui, per un anno, i due scrittori svizzeri Yari Bernasconi e Andrea Fazioli si sono dati appuntamento per condividere poesie e prendere appunti: sulla gente, sulla luce, sulle cose che accadevano al centro di quelle pareti fatte di palazzi, nel mezzo di quella città bellissima che siamo abituati a credere austera ma lei no, è molto altro. Il libro che ne è venuto fuori è un gioiello intitolato A Zurigo, sulla luna. Dodici mesi in Paradeplatz e l’ha pubblicato nella primavera del 2021 Gabriele Capelli editore. A noi qui piace trovare piccole meraviglie, perciò eccone una vera. 

   

A Zurigo, sulla luna. Dodici mesi in Paradeplatz
Yari Bernasconi e Andrea Fazioli, 
Gabriele Cappelli editore, 144 pp., 16 euro

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