Una Fogliata di libri

Il dottor Bergelon

Gaia Montanaro

La recensione del libro di Georges Simenon. Adelphi, 195 pp., 18 euro

Una vita come tante, in un paese come tanti. Poi, una singola scelta, cambia tutto. È questo che accade al dottor Bergelon, medico condotto di una piccola cittadina in cui tutti si conoscono. Ha una bella famiglia – moglie e due figli – e una vita scandita da rituali consolidati. Siamo negli anni Quaranta, in un mondo ristretto in cui imperversa il paratifo e Bergelon va a visitare in ospedale ogni settimana le prostitute (facendosi pagare una tariffa fissa, come da indicazioni comunali). Il dottore, uomo onesto che fino a quel punto aveva rigato dritto, commette un’imprudenza. Viene convinto dal collega Mandalin, chirurgo e proprietario di una clinica di lusso, a mandargli le sue pazienti che devono partorire. In cambio, Bergelon avrebbe avuto l’intera parcella per il primo ricovero e poi avrebbero fatto a metà con Mandalin.

 

Il meccanismo però si ferma alla prima partoriente – Marthe Cosson – perché qualcosa va storto e la signora e il suo bambino muoiono. Il vedovo Cosson, che aveva risparmiato per mesi per poter permettere alla moglie le migliori cure, accecato dal dolore minaccia di uccidere Bergelon. “Jean Cosson cammina in fretta. Se potesse, tirerebbe il dottore per un braccio. Ma Bergelon ha capito. E rallenta, al contrario. Guarda altrove. Guarda la Loira, l’infinito luccicare delle sue acque. Gli viene da vomitare. E la cosa più terribile è che Cosson non gli stacca gli occhi di dosso”. Il dottore, o quello che ne rimane, perde progressivamente sé stesso mandando in pezzi la sua vita personale e professionale. “Quello che lo assillava era lui stesso! Era tutto un insieme confuso! Come una malattia ancora latente e di cui scrutava i sintomi”. Comincia a frequentare un’amante conosciuta in un albergo, cerca di sfuggire agli sguardi dei suoi compaesani. Non riesce più a sostenere il peso di quel fatale errore di valutazione che gli ha fatto perdere l’identità. Non sa più chi è e tutto quello che gli sta attorno gli ricorda di questo strappo, di ciò che era prima e che ora non potrà essere più. 

 

Uscito per la prima volta nel 1941, questo romanzo di Simenon dimostra tutta la grandezza di un autore che sa restituire con ricchezza di dettagli e allo stesso tempo linearità, un mondo preciso e costruito alla perfezione. Tutto è al proprio posto: rivolgimenti di trama, introspezione dei personaggi, pennellate che tratteggiano luoghi e circostanze, dilemmi interiori che diventano motore narrativo, volti e accadimenti. Poco meno di duecento pagine in cui è raccontato lo sdoppiamento di un uomo, proprio come nel dipinto di Jean Moral in copertina.

 

Il dottor Bergelon
Georges Simenon
Adelphi, 195 pp., 18 euro

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