una fogliata di libri

Spirituale e storico nell'etica

Maurizio Schoepflin

La recensione del libro di Francesco Miano, Orthotes, 104 pp., 17 euro

E’ duro a morire il luogo comune secondo cui la filosofia è un esercizio della mente vuoto e lontano dalla realtà. Anzi, non sono pochi coloro che ritengono che la storia del pensiero assomigli a un vano susseguirsi di teorie più o meno astruse.

A loro risponde Francesco Miano, docente ordinario di Filosofia morale presso l’Università di Roma “Tor Vergata”, che inizia questo suo libro scrivendo: “Il pensiero è sempre in dialogo con le situazioni della vita, con le vicende del tempo. Un pensiero poco capace di riflettere sulla vita non è un pensiero autentico. Il pensiero è dentro la vita e non può fare a meno di lasciarsi interpellare dalla vita stessa. Anzi il pensiero è esso stesso vita”. L’intreccio di vita e pensiero al quale fa riferimento Miano si concretizza nella responsabilità e ha luogo nello spazio dell’etica che, come indica con chiarezza il titolo del volume, è il terreno ove si incontrano lo spirituale e lo storico, la dimensione dell’“oltre” e quella della quotidianità. Afferma Miano: “Lo spirituale non è intimismo, scarsa concretezza, o posizione di retroguardia. Non è un ritrarsi dalla durezza della realtà… Storico d’altra parte non dice realtà bruta, necessità, fatalità, destino. Lo storico implica già anche lo spirituale”. Non si tratta di confondere i due piani, ma di comprendere la loro costitutiva intersezione.

L’autore è convinto che un illuminante contributo per capire il nesso che intercorre fra lo spirituale e lo storico nell’etica provenga dall’opera di due importanti filosofi del XX secolo, Romano Guardini (1885-1968) ed Emmanuel  Mounier (1905-1950). Accomunati da una chiara ispirazione cristiana, i due pensatori, a giudizio di Miano, con la loro esistenza e le loro opere hanno posto l’accento sulla possibilità di realizzare un fecondo incrocio “tra la dimensione personale della scelta, della testimonianza, dell’esercizio della libertà e dell’assunzione di responsabilità, e la dimensione sociale fondata sull’incontro con gli altri, sulla riscoperta del valore della comunità, sul significato del vivere in un tempo determinato, in un’epoca storica con le sue specifiche caratteristiche”.
In effetti, sia Guardini che Mounier tennero costantemente presente l’esigenza di non produrre una divaricazione tra il loro pensiero e il momento storico in cui erano stati chiamati a vivere, nella certezza che il proprio tempo non è qualcosa di esteriore rispetto alla propria vita e che lo spirituale e lo storico devono convergere.

Francesco Miano
Spirituale e storico nell’etica
Orthotes, 104 pp., 17 euro

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