Una Fogliata di libri

Taccuino di uno scrittore

Gaia Montanaro

La recensione di W. Somerset Maugham. Adelphi, 412 pp., 24 euro

"Non ricordo più chi fu a dire che ogni autore dovrebbe tenere un taccuino, pur facendo attenzione a non farvi mai riferimento. Prendendo nota di una cosa che ci colpisce, noi la separiamo dal flusso incessante di impressioni che si affollano davanti all’occhio della mente, e forse riusciamo a fissarla nella memoria. Quando sappiamo che prenderemo nota di una certa cosa, la osserviamo più attentamente del solito, e in tal modo dentro di noi troveremo le parole che daranno alla cosa in questione il suo posto particolare nella realtà. I miei taccuini sono perciò da intendersi come una sorta di magazzino pieno di materiali destinati ad un futuro utilizzo, e nient’altro”.

 

Con queste parole in un certo senso programmatiche, William Somerset Maugham introduce il suo corposo taccuino di scrittore. Una sorta di diario di bordo che cominciò a scrivere quando aveva diciotto anni e che lo accompagnò per i successivi cinquanta, dove tenne traccia delle varie esperienze fatte – la sua vita fu davvero ricchissima, prima medico, poi scrittore affermato che ebbe la possibilità di viaggiare per il mondo dal Borneo all’India, passando anche per missioni segrete compiute in Russia – e della sua maturazione personale, come scrittore e come uomo. Traspare la meticolosità e l’intelligenza di un uomo mosso dalla costante curiosità, a volte cinico e duro, altre più portato alla riflessione posata. “A volte, di sera, mi domando che cosa ho fatto durante il giorno, quali nuovi pensieri, quali nuove idee ho avuto, quali particolari emozioni ho provato, in che cosa quel giorno si sia distinto dagli altri, e troppo spesso la giornata appena trascorsa mi appare insignificante e inutile”. Un’inquietudine di fondo – a cui la scrittura di una vita ha cercato di dare voce e forma – che lo ha portato a non risparmiarsi, a tentare di andare in profondità, a trovare nella scrittura un momento di libertà e onestà assoluta, spesso dolorosa e ultimamente inconcludente nel trovare risposta alle grandi domande.

 

Quello che è certo è che Somerset Maugham ha vissuto per la scrittura, è rimasto fedele tutta la vita a quel gesto – lo scrivere – e attraverso quel viatico ha potuto conoscere sé e il mondo. Così il suo taccuino contiene sì la sua vita particolare ma in un certo senso ne contiene molte altre, che hanno lambito la sua anche solo nell’immaginazione e nel pensiero. “L’unico modo per essere innovativi sta nel cambiare di continuo, e l’unico modo per essere originali consiste nell’accrescere, estendere, approfondire la propria personalità”.

 

Taccuino di uno scrittore
W. Somerset Maugham
Garzanti, 184 pp., 20 euro

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