Crudo

Gaia Montanaro

La recensione del libro di Olivia Laing, il Saggiatore, 144 pp., 17 euro

"Kathy, e con lei intendo io, si stava per sposare. Kathy, e con lei intendo io, era appena scesa da un volo proveniente da New York. Aveva ottenuto un upgrade in prima classe, si sentiva molto chic, aveva comprato al duty free due bottiglie di champagne in confezione cartonata arancione, d’ora in poi era questo il tipo di persona che sarebbe stata. All’aeroporto era venuto a prenderla l’uomo con cui Kathy viveva, che presto sarebbe diventato l’uomo che avrebbe sposato e che presto, presumibilmente, sarebbe diventato l’uomo che lei aveva sposato e avanti così fino alla morte. […] Kathy era arrabbiata. Voglio dire, io. Io ero arrabbiata. E poi mi sono sposata”. La voce di Olivia Laing, critica letteraria inglese alle prese con il suo primo romanzo, si mescola e sovrappone a quella di una versione contemporanea della controversa scrittrice americana Kathy Acker.

 

Kathy prende il sole a bordo piscina in un resort della Val d’Orcia dove soggiorna con il marito. Ha quarant’an ni, è sopravvissuta due volte a un cancro al seno, è irrequieta, desiderosa di avere il controllo, avida, scostante, a volte bugiarda. “Perché hai bisogno di vincere sempre Kathy, perché cazzo pensi che sia una gara?”. La sua insofferenza esistenziale si mescola a quella per il mondo esterno, che con la sua pervasività intacca e distorce in modo sensibile la percezione di sé, irrompe tramite Twitter che riporta di bombardamenti e minacce nucleari. I social sono la casa di un certo desiderio di distruzione, dove gli esseri umani manifestano la loro predisposizione alla crudeltà. E’ in questa sottile violenza, in una zona interstiziale dove i contorni sfumano e dove labile è il confine tra il desiderio di fuggire da sé stessi o restare che Kathy continuamente abita. Qualcosa dentro di lei ap#plaude ogni impulso di libertà, nonostante tutto.

 

La Laing costruisce un romanzo particolarissimo e multiforme, un intrecciarsi di generi e linguaggi in un equilibrio perfetto quanto difficile da restituire. Sovrappone piani narrativi, esperienze autobiografiche, voci altre che diventano la sua. Si nasconde per svelarsi. Lo stesso fa Kathy, che “aveva costruito una carriera sull’arte della sparizione, una vita intera”, che resiste agli assalti del mondo, che intuisce per un attimo che la chiave è “imparare che l’amore è più di me”. Tutto vive allo stato grezzo, senza mediazioni, crudo. “L’amore è il mondo, il dolore è il mondo. Adesso era dentro, si stava im#barcando, non c’era nessun luogo dove nascondersi”.   

  

Crudo

Olivia Laing

il Saggiatore, 144 pp., 17 euro