Una fogliata di libri

La signora delle Fiandre 

Flaminia Marinaro

La recensione del libro di Giulia Alberico (Piemme, 251 pp., 17,50 euro)

E’intimista e lirico, l’ultimo romanzo di Giulia Alberico, costruito alternando con perfezione scientifica la vita privata e quella pubblica di una donna che ha fatto e subìto la storia politica del Cinquecento europeo. Figlia naturale di Carlo V, divenne duchessa di Firenze, di Parma e Piacenza e poi governatrice delle Fiandre. 

Con una scrittura  carica di digressioni, incontriamo Margherita (poco più che bambina) giovane sposa di Alessandro de’ Medici. Un matrimonio combinato ma quasi felice prima delle  nuove nozze con Ottavio Farnese, nipote di Papa Paolo III:  “Abbandonai gli abiti bruni del lutto… mi dirigevo verso una nuova vita coniugale. Decisi che quella non dovesse essere una via crucis. Fingere sapevo e finsi… Dentro di me la ribellione ardeva ancora e decisi che l’avrei solo addomesticata, non spenta. Il matrimonio era stato ratificato? Bene! Non lo avrei consumato!”. Per anni mantenne quella promessa, sorprese il patriziato romano che in punta di piedi la invidiava per le ricchezze ereditate da un marito, mera apparizione nella sua vita, cercando di  provocarla sostituendo con madama il titolo ufficiale di duchessa. Margherita reagì adottando quell’appellativo anche negli atti ufficiali. Sarebbe passata alla storia come madama Margherita!

Giulia Alberico compie un’operazione minuziosa e precisa nell’addentrarsi nella storia più che articolata di un’epoca divisa tra il potere papale, la Compagnia di Gesù intenta ad arginare i pericoli della Riforma, la battaglia di Lepanto vinta eroicamente da Giovanni d’Austria, fratellastro di  Margherita. L’amicizia con Ignazio di Loyola, i dubbi sulla rivoluzione copernicana e il sostegno della fidata e devota Greta, personaggio chiave della narrazione.
Il racconto si apre e si chiude a Ortona, in Abruzzo, nei feudi Farnese dove Margherita si era ritirata e terra natia dell’autrice.  Nelle notti insonni, il pensiero corre ai giorni  belli e  inquieti, alla giustizia e alla ragion di stato che acceca anche le anime più pure. Lei, che è stata artefice e pedina di giochi pericolosi e che si è sentita scippata della sua esistenza, adesso, non più giovane, si sente finalmente libera di non dover più mediare tra gli ordini del re e il suo desiderio di disobbedire. “Il secolo s’avvia a finire, e credo i posteri ci giudicheranno. Sarà giudicata la Chiesa, sarà giudicato l’imperatore, sarà giudicato Lutero, saremo tutti giudicati! Un secolo di splendori e d’arte e ingegni ma anche un secolo di tribunali e morte”. 

 
Giulia Alberico 
La signora delle Fiandre
Piemme, 251 pp., 17,50 euro

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