Una fogliata di libri

La mia filosofia

Maurizio Schoepflin

La recensione del libro di Bertrand Russel (Mimesis, 269 pp., 20 euro)

Premio Nobel per la letteratura nel 1950, il gallese Bertrand Russell (1872-1970) è stato uno dei maggiori e più noti pensatori del Ventesimo secolo. Di sé ebbe a dire: “Tre passioni, semplici ma irresistibili, hanno governato la mia vita: la sete d’amore, la ricerca della conoscenza e una struggente compassione per le sofferenze dell’umanità”. L’ampia autopresentazione filosofica che qui recensiamo risale al 1959 ed è concentrata soprattutto sulla componente teoretica del suo pensiero, maturato a partire dagli studi giovanili seguiti presso il prestigioso Trinity College di Cambridge. Dopo una iniziale adesione all’idealismo, Russell rientrò nella tradizione realistica ed empiristica e si convinse che la filosofia dovesse basarsi sulle acquisizioni della scienza. La dottrina filosofica che giudicò maggiormente rispondente a tale esigenza fu l’atomismo logico, in particolare nella forma datagli dal matematico e logico piemontese Giuseppe Peano (1858-1932). Raccontando il suo percorso intellettuale, Russell si sofferma a lungo sui Principia Mathematica, scritti in collaborazione con Alfred N. Whitehead tra il 1910 e il 1913 e poi riediti nel 1925, un imponente lavoro capace di influenzare sia gli studi matematici che quelli filosofici.

 

Inoltre, il pensatore britannico rende conto delle sue ricerche in merito all’analisi del linguaggio, ricerche volte a dotare la filosofia di un apparato linguistico rigoroso. Nel contesto di questi studi si colloca il celebre scontro che Russell ebbe con Ludwig Wittgenstein e del quale il Nostro ricostruisce con grande precisione le ragioni e i contenuti. Oltre agli argomenti di cui si è detto, ne La mia filosofia il lettore troverà la trattazione di varie altre questioni che appassionarono Russell, tra cui il rapporto tra soggetto e mondo esterno, l’esperienza, la verità. Dedicato, come si è detto, alle questioni relative al problema della conoscenza, il libro non offre particolari informazioni sulle concezioni etiche e religiose di Russell. È noto tuttavia che il suo empirismo lo condusse a giudicare prive di senso le verità delle religioni. Tale posizione critica emerge con forza del tutto particolare quando il pensatore si confronta col cristianesimo, da lui considerato non soltanto irrazionale, e perciò ingiustificabile al pari di ogni altra fede, ma anche fautore di una morale arretrata e sostanzialmente antiumana, incapace di interpretare, come egli avrebbe voluto, la vita in senso libero e gioioso.

 

La mia filosofia
Bertrand Russel
(Mimesis, 269 pp., 20 euro)

Di più su questi argomenti: