Una fogliata di libri

Scrivere per salvare una vita

Andrea Frateff-Gianni

La recensione del libro di John Edgar Wideman (minimum fax, 239 pp., 17 euro)

Nel 2020 il movimento  Black Lives Matter è stato il pugno, alzato, di chi lottava per affermare i propri diritti. Un pugno divenuto uno dei principali oggetti dell’attenzione pubblica mondiale, da un angolo all’altro del pianeta. La miccia che ha acceso la rivolta è stato il brutale omicidio del cittadino afroamericano George Floyd, avvenuto il 25 maggio scorso a Minneapolis, in Minnesota. Le immagini dell’uomo che, durante un fermo di polizia,  ammanettato e immobilizzato a terra con un filo di voce afferma di non riuscire a respirare, hanno trasformato Floyd, suo malgrado, in un’icona della lotta per i diritti civili.

 

Si occupa di due storie simili John Edgar Wideman in Scrivere per salvare una vita, libro del 2016 edito oggi in Italia da minimum fax, confermando così quella che negli ultimi anni è stata una vera e propria nuova primavera della letteratura afroamericana, con i due Pulitzer assegnati a Colson Whitehead, per La ferrovia sotterranea e per I ragazzi della Nichel, il Man Booker Prize vinto da Paul Beatty per Lo schiavista e l’attenzione suscitata dalla critica in seguito ai lavori dell’editorialista dell’Atlantic Ta Nehisi Coates. Scrivere per salvare una vita esplora il lato meno noto dell’eredità della famiglia Till, narrando le storie di Emmet e di suo padre Louis, entrambi barbaramente uccisi a dieci anni di distanza nel 1945 e nel 1955. Se la storia di Emmet è tristemente nota, anche perché fu narrata in una delle più dolenti canzoni di Bob Dylan, composta nel 1962 come furente atto di protesta per il brutale assassinio di questo ragazzo di appena quattordici anni, la vicenda di suo padre Louis presenta ancora oggi dei lati oscuri, finora mai approfonditi. Ed è qui che si concentra il lavoro di Wideman. Condotto come si trattasse di un’inchiesta, riporterà alla luce i fatti che causarono l’impiccagione di quest’uomo, che all’epoca aveva solo ventitré anni, accusato di stupro e omicidio dall’esercito americano. 

Leggendo il libro di Wideman non può che tornare alla mente la copertina del recente progetto discografico del compositore polistrumentista Adrian Younge, realizzato per l’etichetta “Jazz is Dead” e intitolato “The American Negro”, che ritrae un uomo impiccato nel primo Novecento. E’ la  riproposizione delle tristemente note cartoline “Lynching Postcards”, immortalanti gli omicidi di afroamericani da parte di vigilanti bianchi. 

 

John Edgar Wideman
Scrivere per salvare una vita
minimum fax, 239 pp., 17 euro

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