Ragazzo divora universo

Gaia Montanaro

Recensione del libro di Trent Dalton edito da HarperCollins, 548 pp., 19 euro

Questa è la storia di due fratelli, Eli e August Bell, che vivono a Brisbane in Australia. Eli ha dodici anni, la voracità di un ragazzino affamato di vita, curioso di tutto e senza paure che da grande vuole fare il giornalista e che si innamora di una ragazza di otto anni più grande di lui. August invece scrive frasi nell’aria con le dita come in un tacito discorso tra lui e il Cielo e parla di rado. Fratelli diversi. Questa è la storia di una famiglia disastrata, con una madre drogata, un padre sempre ubriaco e un patrigno spacciatore. E’ la storia di un telefono rosso nascosto in un ripostiglio, sopra uno sgabello, ed è la storia di chi si trova dall’altro capo del filo. Questa è la storia di Slim Halliday, babysitter assassino condannato all’ergastolo per aver ucciso un taxista ed essere evaso plurime volte, che si trova a badare a due ragazzini riuscendo a essere paradossalmente la figura per loro più affidabile. Questa infine è la storia vera di Trent Dalton, che con il suo romanzo d’esordio (che diventerà presto una serie tv) ha raccontato la vicenda incredibile della sua famiglia e di come ogni uomo sia un mistero agli occhi di se stesso e degli altri.

Storie che sono tutte qui, in questo romanzo corposo che per più di cinquecento pagine tiene incollato il lettore a un racconto di formazione ricchissimo dove spunta vita da tutte le parti, dove personaggi a volte detestabili, spacciatori e assassini cruenti, svelano sempre un’umanità grande e per questo interessante da raccontare. La ricchezza dell’immaginazione, del saper inventare che è proprio degli scrittori baciati dalla creatività, qui va di pari passo con l’autobiografia. Dalton riempie il suo racconto di dettagli perché attinge alla propria storia, perché lui ha davvero avuto quella famiglia, ha davvero conosciuto e frequentato Slim Halliday e solo molti anni dopo ha saputo davvero chi fosse. Non tutti possono attingere a una biografia personale così fuori dall’ordinario – che è costata sicuramente un prezzo, almeno il fatto di averla vissuta ed esserci passati attraverso – ma non tutti la saprebbero trasformare in materia narrativa come fa Dalton. Si corre insieme a Eli, che racconta tutto in una prima persona coraggiosa e avvincente, incontro ad avventure grandi a piccole, da cui a volte si vorrebbe sfuggire e a volte rimanere aggrappati. Si finisce immischiati in una lotta tra due bande rivali che spacciano eroina, tra l’amicizia fra due fratelli che si parlano appena ma che si capiscono del tutto, che sopravvivono in modo diverso alla stessa famiglia, che divorano l’universo in modi ostinati e contrari.

Si passa dalla violenza più cruda alla dolcezza più commovente grazie a una scrittura visiva, a capitoli che scorrono come scene di un film rendendo il racconto vivido e coinvolgente. Si parteggia per tutti e per nessuno ma questo non importa perché si ha la sensazione di essere dentro una grande storia, di assistere a un’avventura da cui tutti usciranno cambiati. E desiderosi di divorare il proprio universo. 

 

Ragazzo divora universo
Trent Dalton
HarperCollins, 548 pp., 19 euro

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