Istoria della Compagnia di Gesù. L'Asia

Claudia Gualdana

La recensione del libro di Daniello Bartoli (a cura di Umberto Grassi), Einaudi, 1.616 pp., 140 euro

Diecimila pagine: tante ne scrisse Daniello Bartoli tra il 1649 e il 1673 per imbastire l’Istoria della Compagnia di Gesù: sei volumi in-folio suddivisi in cinque parti; una biografia di sant’Ignazio tuttora giudicata molto autorevole, e quattro opere sulle gesta dei grandi evangelizzatori della chiesa: Asia, Giappone, Cina, Inghilterra e Italia. Il lavoro di una vita, o quasi. Il cui frutto è il classico italiano dalla mole più poderosa. Del resto, a Bartoli non mancava materia di cui scrivere: la Compagnia di Gesù, per quanto all’uscita della prima parte dell’Istoria, nel 1653, contasse soli centotredici anni di vita, aveva già dato uomini illustri alla chiesa. Il suo fondatore, Ignazio di Loyola, e il missionario Francesco Saverio erano stati proclamati santi da Gregorio XV nel 1622. Se la materia è buona, è più facile scrivere un’opera di rango. Anche se il giovane Daniello, appena ordinato gesuita, aveva ben altre ambizioni. Voleva girare il mondo, farsi indipeta, sognava insomma di fare il missionario in India e magari di morire in oriente come martire della fede. Invece la Compagnia, subodoratone l’intelletto fine e la capacità di scrittura, lo investì di un apostolato di non minor pregio, a giudicare dal risultato. Se infatti oggi salutiamo la pubblicazione di Asia come un evento editoriale, è soprattutto perché il lavoro di Bartoli è stato ingiustamente trascurato dall’editoria moderna non ostante il suo peso specifico storico e letterario. Si registrano un paio di miscellanee ora introvabili e poco altro. Finalmente esce nella pregiata collana I Millenni di Einaudi la seconda parte dell’Istoria, L’Asia, in cui il nostro racconta per filo e per segno l’apostolato di Francesco Saverio, “pescatore di anime” là dove ancora nessun cristiano aveva osato predicare. Augurandoci di veder pubblicate anche le altre parti dell’Istoria, resta solo da raccontare cosa c’è in questa. Non senza aver prima rammentato che Giacomo Leopardi ne fu assiduo lettore, e scrisse che Bartoli era il Dante della prosa italiana. In effetti, al di là della mole dei documenti consultati, che si intuiscono tra righe scritte con leggerezza consumata, si capisce che Daniello aveva informazioni di prima mano. Francesco Saverio che sbarca a Goa e presto converte “gl’infedeli” nella Pescheria, ossia quel braccio di mare che tra Capo Comorin e l’isola Manar in cui si faceva “pesca di perle”, è un’agiografia non meno che un documento storico e antropologico. Vi si narrano gli usi delle genti di questi luoghi allora davvero remoti, in un realismo fatto di descrizioni minute di incontri, preghiere, personaggi minori che ne formano il tessuto forse più prezioso. Un libro che merita di esser letto, non tanto per dar ragione a Leopardi, quanto per darne all’indubbio miglioramento che ne avrebbe il nostro gusto. Per non dire che si tratta della prima grande opera di orientalistica europea. Cosa, anche questa, niente affatto secondaria.

  

ISTORIA DELLA COMPAGNIA DI GESÙ. L'ASIA

Daniello Bartoli (a cura di Umberto Grassi) 

Einaudi, 1.616 pp., 140 euro

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