Il console onorario

Andrea Frateff-Gianni

Graham Greene
Sellerio, 452 pp., 15 euro

E’ letteratura di serie A quella di Graham Greene. Ve ne accorgerete affrontando la lettura de Il console onorario, romanzo appena ripubblicato da Sellerio che, in occasione dei propri cinquant’anni, ha deciso di riproporre al proprio pubblico alcuni dei capolavori dello scrittore inglese.

Considerato all’unanimità uno dei maggiori autori del Novecento, Greene, (che nella prefazione del testo Alessandro Baricco paragona a Hemingway), ebbe lui stesso una vita da romanzo. Oltre che scrittore infatti fu anche reporter, critico cinematografico, instancabile viaggiatore e addirittura spia al servizio di Sua Maestà Britannica. Una vita talmente interessante alla quale a un certo punto fu perfino dedicato un documentario dal titolo “Il lato oscuro delle cose”, che narrandone la biografia svela molto della sua poetica e della sua particolare visione del mondo. Cupa, ambigua, a tratti terribile. In una terra senza nome ai margini del confine tra Argentina e Paraguay si svolge la vicenda de Il console onorario. Protagonista del romanzo è un uomo, un medico di origine inglese, Eduardo Plarr, che suo malgrado viene coinvolto in un’assurda storia di rapimenti all’interno della quale per un grottesco scambio di persona verrà sequestrato non l’importante uomo diplomatico americano che gli scapestrati guerriglieri puntavano, ma Charley Fortnum. Il console onorario appunto.

Uomo alla deriva di cui non importa nulla a nessuno, mezzo alcolizzato e sposato con una prostituta con la quale lo stesso Plarr ha una relazione. Eduardo Plarr verrà così risucchiato in un complicato intrigo che si concluderà con un tragico epilogo, popolato da singolari personaggi tra cui spiccano l’ex sacerdote guevarista Leon Rivas e il romanziere fallito Julio Saavedra, scrittore di libri che nessuno legge, oltre naturalmente alla bellissima Clara, ex prostituta alle dipendenze del bordello della Señora Sánchez, con cui svilupperà un tormentato rapporto.

La grandezza del romanzo è fatta senza alcun dubbio dalle pagine che raccontano il rapimento e il suo svolgimento; all’interno del quale assistiamo tramite una serie di superbi dialoghi a controverse discussioni che ci porteranno a riflettere su Dio, sulla politica, su particolari questioni filosofiche, sull’assurdità della guerra. Romanzo esemplare, dal ritmo cinematografico, racchiude in sé la totalità delle ossessioni di Greene, la cui penna si muove con irrequietezza tra gli opposti dell’innocenza e della colpa, della lealtà e del tradimento. Confusi senza speranza in un mondo che li rende esuli di se stessi, tutti i personaggi sono costretti a una macabra danza sospesa tra sofferenza e disperazione. Danza che non lascia scampo alcuno e che li rende schiavi dei propri demoni e delle proprie angosce senza soluzione di continuità. Una storia che, come dichiarò lo stesso Greene riferendosi ai fatti realmente accaduti che lo ispirarono, “penetrerà la vostra immaginazione come la prima iniezione di una droga”. 

 

IL CONSOLE ONORARIO
Graham Greene
Sellerio, 452 pp., 15 euro

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