recensioni foglianti

Gli spaiati

Francesca Pellas

Ester Viola
Einaudi, 224 pp., 17 euro

Forse per amare riamati bisogna possedere l’abitudine all’amore: essere uno di quelli che ad avere qualcuno che li ama non si sentono dei miracolati alla lotteria, ma creature normali che stanno vivendo una cosa normale come altre cose della vita, a cui hanno un naturale diritto. A me pare da sempre che la maggior parte della gente sia così. Io invece mi sento Spaiata, una marziana che dell’amore ha inseguito le briciole e vissuto dei trailer, e a cui forse manca il gene fondamentale che fa capitare agli umani quel sentimento lì. Vero, ricambiato, duraturo. Nella tetralogia napoletana della Ferrante c’è un passaggio in cui Lila, l’amica geniale, conosce l’amore, e la voce narrante Lenù racconta quel momento con questa frase enorme, infinita: “Le parve di venire da un mondo d’ombre e di essere arrivata in un posto dove finalmente la vita era vera”. Sta tutto in quella riga. Perché la verità è che pure Lila in fondo è una Spaiata: le sembra un miracolo caduto per errore dal cielo, e infatti non sbaglia, perché il cielo dopo poco chiede pegno e lo rivuole indietro.

Olivia Marni, la protagonista di Gli Spaiati di Ester Viola che torna da noi dopo “L’amore è eterno finché non risponde”, con Lila ha in comune la città da cui parte tutto, Napoli, e quel mondo d’ombre che sa allungare le chele anche sul pianeta assolato dell’amore.
Olivia è un avvocato divorzista. Nel primo libro si struggeva per un ex che la torturava col metodo di tortura moderno: WhatsApp. In Gli Spaiati invece è finalmente felice, o almeno dovrebbe. Ha lasciato Napoli per seguire a Milano il suo capo Luca, da poco diventato il suo nuovo amore, e per la prima volta sembra che le sia toccata in sorte una storia come si deve, una di quelle storie in cui di solito noi Spaiati siamo spettatori e non protagonisti, dicasi anche: gli amori degli altri.
Non che Luca sia una passeggiata (ha appena divorziato da Carla ed è papà di due bambini). Oltretutto, ha già creato problemi: dieci anni prima stava con Viola, la migliore amica di Olivia, che da quando lei e Luca si sono innamorati non parla più con Olivia (ma forse con Luca sì). Insomma, è il solito caos sentimentale. Quanto di questo caos però è da attribuirsi alle circostanze, e quanto invece è colpa dell’abitudine di Olivia a sentirsi Spaiata anche ora che è in coppia? E non perché in coppia non sia felice, ma perché le sue ossa hanno sviluppato la terribile tendenza a farle percepire quella felicità come una cosa precaria e inverosimile, un biglietto vincente che presto la vita verrà a reclamare nitrendo “ah ah, davvero ci avevi creduto?”. Questo libro non è solo il graditissimo ritorno di Ester Viola (nel frattempo diventata una specie di posta del cuore nazionale per Vanity Fair, fonte di saggezza per quasi tutte le ragazze che conosco), ma è anche, rispetto al precedente L’amore è eterno finché non risponde, più maturo a livello letterario. La speranza, qui e in generale, è che l’amore riesca a vincere sulle profezie che si autoavverano, e a smentirci, anche solo una volta, possibilmente quella decisiva. Olivia è tutti noi Spaiati.

 

GLI SPAIATI
Ester Viola
Einaudi, 224 pp., 17 euro

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