recensioni foglianti

Fran

Federico Di Vita

Jim Woodring
Coconino Press, 112 pp., 17 euro

Fran di Jim Woodring è il terzo volume di quella che si può definire la trilogia di Frank – i primi due fumetti, legati a questo ma così indipendenti da essere di fatto impossibile indicare una univoca sequenza di lettura, sono Weathercraft e Il congresso degli animali – trilogia che anche stavolta ci propone una storia che non manca di portare il lettore nel cuore di un universo alieno, popolato da personaggi che sembrano usciti dal calamaio di un Walt Disney allucinato, i cui protagonisti sono la somma e la sintesi dei cartoon anni 20 del Novecento. Non è un caso se Fran e Frank somiglino in qualche modo a Minnie e Topolino, così come ai Merrie Melodies o, in qualche tocco, a Betty Boop, ma in questi volumi i tipi assoluti e archetipici dell’immaginario fumettistico vengono precipitati da Woodring in un universo estraneo, dove vigono leggi fisiche sconosciute e sbalorditive: qui cogliere un sasso o una pianta può portare a sprofondare in un portale dimensionale, al cui interno ci si può ritrovare sott’acqua o nel ventre di esseri mostruosi. I protagonisti inseguendosi – costante è in Fran come nelle altre due opere il tema della ricerca dell’altro e l’anelito del ritorno a casa (una casa sul limitare del bosco che sembra una via di mezzo tra un blocco di pane in cassetta e un tempio orientale) – non smettono di incappare in avventure a tratti crudeli, non mancano esseri prepotenti e altri che finiscono dilaniati, oppure in digressioni divertentissime e pericolose, come quando stuzzicando l’antenna di una lumaca Frank si rende conto che quella è in realtà l’estremità inferiore del muso di un mostro dai mille occhi alto quanto un platano. L’andamento delle storie di Woodring, e tra queste forse è proprio Fran la più compiuta, quella in cui i meccanismi dell’universo visionario reagiscono con più esattezza, sembra sempre sostenuto da ganci psichedelici che arrivano con la potenza e la velocità esplosiva di una visione liberata dall’assunzione di Dmt. Il cambio di paradigma a volte è raggelante quanto attraente, e non c’è il tempo di abituarsi al nuovo contesto che un nuovo precipizio immaginifico ci aspetta al voltare di pagina. Il tratto di Woodring, splendido nella sua ricchezza e precisione, fa pensare alle xilografie dei migliori incisori europei, combinando nel suo caleidoscopio le lezioni dell’Hypnerotomachia Poliphili e quelle di Albrecht Durer e restituendo una sintesi di genio, per cui vale la pena citare le parole di Francis Fors Coppola, per cui questi volumi offrono “immagini sgargianti fatte di tenerezza e spargimenti di sangue, crudeltà e sacrificio, amore e tradimento, terrore e felicità; e le offrono come caramelle che provengono da un altro pianeta”. Woodring porta al limite le possibilità inventive di un mezzo altamente vocato all’invenzione come il fumetto, e lo fa con la precisione del grande artista, svelando in volumi in cui non viene pronunciata una sola parola un mondo lussureggiante di incomprensibili significati ancestrali. 

 

Fran
Jim Woodring
Coconino Press, 112 pp., 17 euro

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