L'amica del cuore

Edoardo Rialti

Sarah Pinborough, Piemme, 372 pp., 18,90 euro

Il suo precedente bestseller internazionale si incentrava sul classico triangolo “lui, lei e l’altra”, per poi svelare come dietro agli occhi d’un componente del trio si celasse una verità agghiacciante, che ribaltava quanto si credeva d’aver compreso su tutti e ciascuno. In questo nuovo thriller contemporaneo, tassello più recente d’una ricca produzione che ha compreso l’horror, il fantasy e il poliziesco vittoriano, Sarah Pinborough dispiega inizialmente un’altra scacchiera che parrebbe ben nota nelle sue dinamiche: una madre, un’amica e collega, una figlia adolescente, un microcosmo femminile cui fanno da contraltare ex violenti, mariti con i quali si recita una pubblica farsa, sconosciuti che affascinano online con una comprensione capace di toccare e alimentare le corde più intime, le fragilità inconfessabili. Tre donne con segreti oscuri, che si aggrovigliano soffocanti, perché alimentati da alibi, ingenuità, ferite, viltà, mentre i social media, la stampa in cerca d’eroi e mostri, le meschine competizioni lavorative si rivelano sempre più il campo d’una caccia crudele, d’una trappola architettata con cura meticolosa. Daphne Du Maurier aveva ambientato le sue storie di ossessioni, ricatti e follia negli ultimi decadenti fasti della vecchia aristocrazia. Sarah Pinborough raccoglie esplicitamente la staffetta (e come l’autrice di Rebecca ha ispirato il cinema, compresa sua crudele maestà Hitchcock, così Thirteen minutes e lo stesso L’amica del cuore sono già stati opzionati per cinema e serie tv) e ha il pregio di scegliere invece un altro mondo ben codificato, quello del grigiore rassicurante della classe media, un piccolo universo di tailleur, vino e sigarette con le colleghe parimenti sulla fatidica soglia degli “anta”, di cene riscaldate al microonde, di chat Whatsapp tra adolescenti che spettegolano sulla prima volta, un cosmo rassicurante anche nelle sue ombre e perfino violenze, perché noto e prevedibile. Eppure mentre l’autrice distribuisce le carte, si ha la sensazione tanto intrigante quanto sinistra di vederla sorridere tra sé. Perché lei sa che noi non vediamo ancora quello che ha già disposto sotto i nostri occhi e le nostre immaginazioni, così pronte ai collegamenti familiari e alle interpretazioni frettolose. Man mano infatti che la vicenda avanza e si fa sempre più spaventosa, man mano che le carte assumono tutt’altro significato e la posta in gioco si rivela sempre più terribile – nel passato e nel presente – si vorrebbe tornare alle inquietudini iniziali, a ciò che temevamo nel primo dispiegarsi della vicenda, nei ruoli che cercavamo di assegnare ai personaggi, sperando che non si avveri nient’altro. Ma ormai sappiamo che non sarà così. La vita e i rapporti sanno essere molto migliori e molto peggiori, molto più coraggiosi e malefici dei binari semplificati lungo i quali vorremmo farli procedere. E le carte che stringiamo sono anche i tasselli d’un mosaico che non tutti hanno il coraggio di guardare in faccia.

 

L'AMICA DEL CUORE
Sarah Pinborough
Piemme, 372 pp., 18,90 euro

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