recensioni foglianti

Opportunismo

Roberto Persico

Stefan Zweig
Piano B edizioni, 96 pp., 10 euro

La più potente impressione intellettuale al ritorno da ogni viaggio negli ultimi anni – scriveva Stefan Zweig nel 1925 – è un tacito orrore per la monotonizzazione del mondo. Un tempo erano necessari anni prima che una moda parigina raggiungesse le altre metropoli, e altri anni ancora prima che penetrasse nelle campagne. Vi erano precisi limiti a proteggere le persone dalle tiranniche pretese della moda. Oggi è sufficiente un batter d’occhi e la sua dittatura diviene universale. Nel cinema, nella radio, nel ballo, in tutti questi nuovi mezzi di meccanizzazione della società c’è un potere enorme, che non può essere soverchiato. La maggior parte della gente non si accorge neppure più di essere ridotta a particelle nel vortice di una corrente gigantesca”. Così scriveva Zweig nel 1925: che cosa scriverebbe ora, nell’èra di internet e della globalizzazione compiuta?
“Niente è più pericoloso – osservava Zweig nel 1920 – del fatto che gli uomini equiparino l’opinione e la convinzione. L’opinione è di molti, la convinzione di pochissimi. L’opinione arriva al volo dalla parola, dal giornale, dal desiderio e dalle chiacchiere, riprende il volo al primo soffio di vento. La convinzione nasce dall’esperienza vissuta, si nutre di cultura, resta personale e indivisa al cospetto degli eventi. E la tragedia dell’epoca attuale è questa: le opinioni hanno trionfato sulle convinzioni”. Che cosa direbbe ora, all’epoca dei tweet? “Ciò che vediamo – aggiungeva – è opportunismo. Un silenzioso strisciare dall’altra parte. Rifuggendo dalle proprie responsabilità, si osservano portavoce, politici, letterati, alzarsi silenziosamente dai tavoli ai quali hanno mangiato per sgattaiolare furtivamente di lato, fingendo poi di trovarsi lì da una vita. Il pericolo vero, il pericolo morale, sono i disertori, gli annacquatori di ogni idea, gli opportunisti del momento, i patrioti di ogni vantaggio, i parassiti del successo”. Chissà cosa direbbe ora, davanti al trionfo dei populismi…
“Mai la dignità dell’uomo – annotava infine – è stata degradata come oggi, né le persone così maltrattate e umiliate. Eppure mai, amici miei, nella storia l’umanità è stata così consapevole che la libertà è indispensabile per l’anima. Mai così tanti uomini hanno rivaleggiato all’unanimità contro la tirannia e l’oppressione. Esistono ancora uomini e paesi liberi, che non solo desiderano libertà per loro stessi, ma per tutti gli uomini, per tutte le genti, per tutta l’umanità”. Era il 1941. Poi Zweig non ha resistito all’orrore: nove mesi dopo questo intervento – l’ultimo della serie di brevi testi dedicati all’attualità di allora qui meritoriamente riproposti – si è suicidato. Ma la sua voce può fare ancora compagnia a quelli come lui convinti che “Il massimo trionfo dell’essere pensante è sempre la libertà: la libertà dagli altri, dalle opinioni, dalle cose, persino da se stessi. Ecco il nostro compito: diventare sempre più liberi, quanto più gli altri si assoggettano volontariamente”. 

 

OPPORTUNISMO
Stefan Zweig
Piano B edizioni, 96 pp., 10 euro

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