recensioni foglianti

Aspettando i Naufraghi

Francesco Musolino

Orso Tosco
minimum fax, 218 pp., 16 euro

Una festa sfrenata si conclude fra corpi nudi, sesso, droga e nessun tabù. Sedici persone, sedute attorno a un grande tavolo di legno nero, si puntano una pistola alla testa. Tutti fanno fuoco e muoiono, tranne uno. Il sopravvissuto a questo suicidio di gruppo si chiama Massimo – il protagonista di Aspettando i naufraghi, il romanzo d’esordio di Orso Tosco pubblicato da minimum fax – colui che si ferma un attimo prima, accettando l’idea di andare incontro al futuro nonostante la fine sia prossima e si viva “in un tempo fuori dal tempo”.
Nel futuro tratteggiato in questo romanzo l’Apocalisse è imminente, la guerra una certezza inevitabile e i cosiddetti naufraghi – cui rimanda il titolo – sono un gruppo di misteriosi ribelli che ha preso potere e consapevolezza nei propri mezzi, decidendo di abbandonare ogni forma di linguaggio verbale per esprimersi solo attraverso azioni violente; un gruppo destinato a sovvertire l’ordine delle cose senza nessuna pietà, seminando morte e devastazione. Ma quando la fine si protende e sembra inevitabile, Massimo sceglie di rompere la routine e passare il poco tempo che gli rimane al capezzale di suo padre, Piero, ricoverato all’hospice San Giuda, un sanatorio incastonato tra le valli dell’entroterra. Proprio qui, contro ogni logica, fra i degenti, Massimo viene colto da una ingenua, surreale e inattesa speranza che contagia il personale sanitario e gli altri pazienti, fiduciosi di poter resistere all’impetuoso arrivo degli sterminatori.
Tosco approfondisce questi tempi apocalittici tratteggiando una serie di personaggi secondari, a partire dal binomio che oppone Santa Bibiana – creatore di una setta spietata – e Gramigna, un profeta visionario, il matto del paese; Guido, un infermiere devoto all’alcol e il dottor Malandra, timido chirurgo morfinomane; e ancora, Diego e l’avvenente Jade, cui il narratore riserva momenti di passione mentre tutto il mondo corre verso l’oblio. Ma chi sono questi naufraghi? Orso Tosco esordisce sfoggiando una prosa dai toni epici, tratteggia un futuro distopico ricorrendo sovente a metafore ma senza sbavature nel tono, soprattutto quando decide di raccontare di questo ex ceto medio che – devastato dalla crisi – ha scelto di rinunciare al linguaggio poiché frutto di artificio e finzione, scegliendo solo la via della distruzione senza alcun compromesso di sorta. I naufraghi sono come un virus, “un liquido spinto dalla pressione incessante e destinato ad occupare l’intero spazio a disposizione”. Leggendo Tosco si ha la sensazione che il suo intento sia quello di affrontare i rimpianti e con essi ovviamente il tempo che scorre e trascina tutto via, a partire dalle persone amate, scavando un vuoto dentro la nostra anima. L’autore spinge tutto al limite e così, “in un tempo in cui non è rimasto nulla in cui sperare”, l’unica soluzione sembra essere quella di cambiare il punto di vista e iniziare a dialogare con le nostre paure ancestrali, poiché da ogni fine germina un nuovo, inevitabile, inizio.

 

ASPETTANDO I NAUFRAGHI
Orso Tosco
minimum fax, 218 pp., 16 euro

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