recensioni foglianti

Richelieu. Alle origini dell'Europa moderna

Maurizio Schoepflin

Rosario Romeo
Donzelli, 170 pp., 28 euro

Quando, all’Università di Roma, nell’anno accademico 1963-’64, Rosario Romeo tiene un corso di lezioni su Richelieu, ha circa quarant’anni, essendo nato a Giarre, in provincia di Catania, nel 1924. Allievo, tra gli altri, di Croce, Volpe e Chabod, egli, che morì a Roma nel 1987, viene oggi considerato uno dei maggiori storici italiani del XX secolo e la sua fama è legata in particolare agli studi dedicati al Risorgimento. Tenendo presente questa sua specializzazione, e pure il fatto che le dispense predisposte per il corso su Richelieu risultavano da tempo pressoché introvabili, deve essere accolta con grande favore la loro nuova pubblicazione, che l’editore Donzelli ha di recente mandato in libreria a cura di Guido Pescosolido, già allievo di Romeo: in effetti, questo libro si presenta come uno strumento prezioso sia per la sua novità che per la sua posizione originale all’interno della produzione dello studioso siciliano. Vissuto fra il 1585 e il 1642, primo ministro del regno di Francia dal 1624 alla morte, Armand-Jean du Plessis, vescovo di Luchon, cardinale e duca di Richelieu, è stato uno dei grandi protagonisti dell’epoca moderna e, come ricorda Pescosolido nell’Introduzione, al momento in cui Romeo ne fa oggetto di insegnamento, sulla sua figura “si era accumulata ormai da tempo una quantità veramente notevole di materiali… che aveva dato corpo al mito double face di un Richelieu dipinto da un lato come genio diabolico del male assoluto, cinicamente e insaziabilmente assetato di potere personale, dall’altro come genio politico votato al bene del re e della patria, costruttore in Francia di un apparato istituzionale prima mai tanto stabile e forte, artefice in Europa di un quadro di relazioni internazionali imperniato sulla pace religiosa in Francia e in Germania e sul riconoscimento della piena sovranità degli Stati nazionali”. Romeo schiva sapientemente l’aut aut interpretativo e, se da una parte evita di esaltare acriticamente la figura del cardinale, dall’altra ne riconosce la forza delle analisi, la genialità delle intuizioni e “la duratura solidità delle conquiste che da esse derivarono al rafforzamento della monarchia e dell’egemonia della Francia”. Insomma, Romeo mette in evidenza con grande lucidità sia i limiti sia le capacità di Richelieu, al quale attribuisce comunque il merito decisivo di aver instaurato un regime assolutistico che garantì allo stato francese un lungo periodo di pace e di ordine all’interno e, in politica estera, una straordinaria forza diplomatica e militare, che permise alla Francia di occupare un ruolo di primissimo piano sullo scacchiere europeo, tenendo a bada le ambizioni spagnole e tedesche. A giudizio di Romeo, la stessa pace di Vestfalia, “che segnò la fine della res publica cristiana e l’inizio del diritto internazionale moderno”, può essere considerata il risultato dell’azione di Richelieu, che, nel complesso, procurò alla Francia un prestigio vasto e duraturo, facendone la potenza egemone di tutta l’Europa. 

 

Richelieu. Alle origini dell’Europa moderna

Rosario Romeo
Donzelli, 170 pp., 28 euro

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