recensioni foglianti

Lupo mangia cane

Alessandro Moscè

Nora Venturini
Mondadori, 281 pp., 18 euro

Gli immigrati affollano Roma, gli ostelli, la stazione, i marciapiedi, i centri di accoglienza e le strade della capitale, spesso senza una meta. Più che mai d’attualità il giallo di Nora Venturini, dove la tassista Debora Camilli – Siena 23 – si imbatte casualmente in un omicidio appena commesso in via Marsala. Non sa resistere al richiamo di indagare, e non è la prima volta. Lupo mangia cane è la seconda indagine di una ragazza che in una sera di novembre percorre piazza dei Cinquecento e arriva a Termini. I pendolari caricano e scaricano i bagagli frettolosamente. Nella confusione, la tragedia. Siamo al centro della Caritas, dove è facile distinguere, avvicinandosi, le sagome dei senzatetto avvolti nei sacchi a pelo. Adagiato a terra c’è un ragazzo di colore, un clandestino dall’età indefinibile. E’ stato accoltellato. Dicono che qualcuno gli abbia aperto la pancia. Si sa solo che è di nazionalità eritrea, che aveva imparato l’italiano e seguìto un corso per diventare idraulico, abbandonato dopo la conoscenza di una misteriosa ragazza. La vita della tassista Debora Camilli è semplice: le piace il commissario di polizia Edoardo Reggio, con il quale scherza come sul set di una commedia all’italiana, e ha un’amica ossessiva, Jessica, sfortunata con gli uomini. Sogna spesso il padre Cesare che non c’è più, che la veniva a prendere a scuola, che apriva la portiera del taxi e la faceva accomodare davanti come un cliente di tutto rispetto, da trattare con i guanti bianchi. Siena 23, testardamente, non si accontenta di sapere di riflesso le notizie sull’omicidio. Si informa per conto proprio interpellando uno spazzino, mentre a Roma, da quando l’allarme terrorismo ha preso il sopravvento, sembra che nient’altro abbia più rilievo, neanche un accoltellamento. Debora Camilli nota un materasso che era lì dalla sera prima e un barbiere da campo che taglia i capelli a poco prezzo. “Mensa e ostello erano ancora chiusi, ma davanti al cancello si assiepavano alcuni disperati in attesa. Lì in mezzo fame e miseria non avevano né colore, né sesso, né nazionalità, né status. C’erano i barboni cenciosi, quasi scalzi nonostante il freddo, i pazzi, gli alcolizzati”. Siena 23 opta per il volontariato, pur di districare la matassa e frequentare così il luogo dell’accaduto. Annota e registra i visitatori occasionali, dà loro un pasto mentre altri controllano le tessere necessarie per accedere ai locali. Nora Venturini non ha scritto un giallo canonico: Lupo mangia cane contiene molto humour (specie nei dialoghi saettanti) e una sottile vena romantica. La protagonista è una detective, ma anche una donna di sentimenti. Debora, sottolinea l’autrice, “è giovane, vulnerabile, senza difese”. Si lancia senza paracadute negli imprevisti e nei tormenti amorosi. Da un punto di vista linguistico il romanzo è un cerchio concentrico: parole su parole, strettamente connesse tra loro, si accorpano per una storia tutta in superficie. Si parla come si mangia in un romanzo brioso. Sarebbe adatto per trarne una serie televisiva, qualora la saga di Siena 23 dovesse continuare.

 

LUPO MANGIA CANE
Nora Venturini
Mondadori, 281 pp., 18 euro

Di più su questi argomenti: