recensioni foglianti

Brani scelti della chiesa dell'oriente (XI-XIV secolo)

Maurizio Schoepflin

a cura di Gianmaria Gianazza
Edizioni Segno, 164 pp., 14 euro

Accanto a quello latino e a quello bizantino, il cristianesimo siriaco costituisce la terza grande espressione della fede religiosa nata dalla predicazione di Gesù di Nazareth e coincide con la storia della chiesa dell’oriente, diffusa nei territori della Mesopotamia e della Persia posti al di fuori dell’impero romano, la quale, dopo aver accettato i dettami dei concili di Nicea (325) e Costantinopoli (381), non aderì a quelli di Efeso (431) e Calcedonia (451), separandosi in tal modo da Roma e da Costantinopoli. La chiesa dell’oriente viene comunemente detta nestoriana perché non sottoscrisse la condanna delle dottrine cristologiche sostenute dal patriarca e teologo Nestorio e giudicate eretiche proprio dai padri conciliari riuniti a Efeso. L’appellativo “nestoriana” è tuttavia considerato erroneo da vari studiosi, tra cui il salesiano Gianmaria Gianazza, che ha ottimamente introdotto e tradotto i testi, inediti in Italia, raccolti in questo libro, che si propone innanzitutto come una testimonianza dell’ammirazione per una comunità cristiana che, lungo i secoli, ha accumulato un patrimonio teologico e spirituale assai ricco ed è stata illuminata dalla presenza di numerose figure di santi, monaci e scrittori di grande valore. Nel volume il lettore troverà cinque testi risalenti al periodo che va dall’XI al XIV secolo: il primo è dedicato alla fede, il secondo e il terzo alla preghiera, il quarto al digiuno e il quinto alla domenica. Questi scritti testimoniano bene lo spirito con cui i cristiani delle chiese dell’oriente vissero la fede, che Gianazza descrive nei termini seguenti: “La ricchezza teologica si esprime soprattutto non con trattati sistematici, ma è basata sulla Scrittura, facendo ampio uso di allegorie e tipologie, con finalità pratiche e l’invito a vivere il Vangelo”. Tali caratteristiche sono chiaramente presenti nel testo che ha per tema il digiuno: esso, infatti, inizia con un richiamo all’astensione dal cibo praticata da Gesù per quaranta giorni nel deserto, per poi passare a spiegare l’atteggiamento tenuto da Mosè, Elia e altri profeti nei confronti del digiuno. L’autore sottolinea l’importanza del rispetto delle norme riguardanti l’alimentazione e indica le forme opportune per attenersi alle prescrizioni vigenti nella chiesa, che risalgono alla volontà del Signore stesso e dei suoi discepoli. Tuttavia, il digiuno non può esaurirsi nel mero rispetto di alcune regole, ma, come si legge nel testo, esso “deve essere completo, cercando tutto ciò che piace a Dio, con l’assiduità delle opere di bene, con l’abituarsi ad usare parole convenevoli, e custodendo gli occhi da ciò che turba il cuore; col far sentire alle proprie orecchie la giustizia, e al proprio cuore l’attenzione a Dio (sia benedetto ed esaltato!)”. 

 

BRANI SCELTI DELLA CHIESA DELL'ORIENTE (XI-XIV SECOLO)
a cura di Gianmaria Gianazza
Edizioni Segno, 164 pp., 14 euro

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