Il genocidio degli yazidi

Sabrina Sergi

Simone Zoppellaro Guerini e associati, 129 pp., 14,50 euro

Il 16 dicembre 2015 Nadia Murad, una giovane di appena 22 anni, sconvolse il mondo denunciando all’Assemblea delle Nazioni Unite il genocidio della sua gente, gli yazidi. Simone Zoppellaro ha raccontato la sua storia, ma anche quella di Sawsan, Shirin, Jamila e di tutte le altre yazide che come lei sono state rapite dai militanti dell’Isis, imprigionate e rese schiave sessuali dei fanatici religiosi. Inoltre, egli ha raccolto le testimonianze di altre persone scampate all’assedio che ha avuto luogo tra il 3 e il 15 agosto del 2014 sul monte Sinjar, quando più di tremila yazidi sono stati brutalmente ammazzati e quasi settemila rapiti e schiavizzati.
Il genocidio degli yazidi non soltanto dà voce a coloro che hanno vissuto gli orrori compiuti dall’Isis sulla propria pelle, ma è anche un prezioso documento che permette di capire perché lo sterminio di questo popolo debba essere considerato e riconosciuto come genocidio. Indifferenza della comunità internazionale, violenza compiuta contro donne e bambini, eliminazione sistematica di cultura e religione, silenzio dei vicini e presenza di alcuni giusti sono solo alcune delle prerogative che accomunano la tragedia degli yazidi a quella che altri popoli hanno subìto in passato. Zoppellaro ha spiegato infatti la portata di questo dramma anche dal punto di vista giuridico, citando le più aggiornate pubblicazioni di diritto internazionale riguardanti il tema del genocidio. Davanti a questa serie di orrori, il giovane autore, che oltre a essere giornalista è anche ricercatore, non ha potuto fare a meno di interrogarsi sulle ragioni di tale violenza. E ha scoperto, con enorme sorpresa, che quella dell’Isis non è stata che la settantaduesima persecuzione nella storia del popolo yazida. Cosicché egli ha scavato nel passato di questa comunità, non solo studiandone la storia, ma anche andando a visitare i luoghi chiave della sua cultura, come l’antico complesso templare di Lalish. Inoltre, ha preso parte a numerose tradizioni, come il capodanno yazida – ovvero “sarsal”.
In questo modo, Zoppellaro ha avuto l’occasione unica di addentrarsi in un mondo fatto di miti e di leggende che ruotano attorno al culto dell’Angelo Pavone, il “Tawus Melek”, che altri non è che l’angelo caduto, quindi Satana. Una delle ragioni per cui questo popolo è accusato di essere un “adoratore del diavolo”, ed è quindi perseguitato.
Alla storia e alle origini degli yazidi sono dedicati ben tre capitoli del libro, che permettono al lettore di immergersi in una cultura antica, misteriosa e affascinante. E questo è un tributo importante affinché la memoria del popolo yazida non venga cancellata, come vorrebbero coloro che ancora oggi continuano a perpetrare la violenza sistematica, volta a eliminare per sempre le tracce di una cultura millenaria.

 

IL GENOCIDIO DEGLI YAZIDI
Simone Zoppellaro
Guerini e associati, 129 pp., 14,50 euro

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