Particolare della chiesa di San Trofimo, ad Arles (foto LaPresse)

La Francia, “figlia primogenita della Chiesa cattolica” dimenticata

Per la prima volta nella sua storia, il paese non ha nessun cardinale in carica sul proprio territorio

Questo articolo è stato pubblicato su Un Foglio Internazionale spunti e segnalazioni dalla stampa estera a cura di Giulio Meotti


 

Lo scorso 27 maggio, l’annuncio delle future canonizzazioni dei beati Charles de Foucauld e César de Bus ha risollevato un po’ il morale alla “figlia primogenita della Chiesa”. Quest’ultima è ancora in attesa della prima visita del sommo pontefice sul proprio territorio (le visite di Francesco a Strasburgo nel 2014 e nel 2019 sono state riservate esclusivamente alle istituzioni europee). Nonostante una recente videoconferenza con il presidente della Repubblica, papa Francesco, che si esprime con molta difficoltà e molto raramente in francese, lingua ufficiale del Vaticano, tiene vistosamente il broncio al nostro paese. Peggio, per la prima volta nella sua storia, nessun cardinale in carica siede oggi in una città francese.

 

Gli arcivescovi emeriti Vingt-Trois (Parigi), Barbarin (Lione) e Ricard (Bordeaux), benché restino ancora elettori del collegio cardinalizio fino al loro ottantesimo compleanno, hanno raggiunto il cardinale Paul Poupard (novant’anni) nella coorte di pensionati della chiesa di Francia. I recenti decessi dei cardinali Panafieu, Tauran e Etchegaray hanno accentuato ancor di più la perdita d’influenza della Francia a Roma. Nel 2008, 2015 e 2018, la Francia non aveva neppure un ambasciatore in carica a villa Bonaparte a Roma e in occasione dell’ultimo concistoro di ottobre 2019, Parigi non ha ottenuto nulla. Nominato arcivescovo di Parigi alla fine del 2017, Monsignor Michel Aupetit non ha ancora indossato la porpora dei santi apostoli e martiri. Marsiglia non è più considerata come una sede cardinalizia ed è lecito dubitare che Bordeaux lo sia ancora. Dobbiamo forse ricordare che le cattedre di Rouen, Tolosa, Lilla o Rennes, cinquant’anni fa, erano occupate da dei cardinali? I cattolici di Francia stanno forse pagando il prezzo dell’approvazione del “matrimonio e della Pma (procreazione medicalmente assistita, ndr) per tutti” nonostante siano stati fra coloro che si sono maggiormente mobilitati in Europa su questi temi?

 

Per minimizzare la situazione, si dice spesso che papa Francesco privilegi i continenti che soffrono la povertà da molto tempo, Africa e Asia. Ma da quando è iniziato il suo pontificato, papa Francesco ha nominato trentatré europei, tra cui quattordici italiani, sette spagnoli, due portoghesi, due tedeschi, due britannici e persino un lussemburghese e uno svedese… L’America del sud resta molto lontana con diciannove cardinali, l’Asia con dodici e l’Africa ne ha ottenuti dieci. La Francia non ha più nessun cardinale in carica (rispetto a una piccola decina negli anni Novanta). Con il cardinale Mamberti, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica a Rome, creato nel 2015, il nostro paese si ritrova allo stesso livello di Santa Lucia, Tonga, Mauritius, Lesotho, Capo Verde, Panama e Albania… Già profondamente scossa dall’assassinio islamista di padre Hamel e dall’incendio di Notre-Dame, la figlia primogenita della chiesa sembra oggi la grande dimenticata del Vaticano.

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