(foto LaPresse)

Combattere la barbarie insidiosa che porta a pensare che i più vecchi non andrebbero difesi

Un collettivo di intellettuali e di scienziati, fra i quali Pascal Bruckner, Roger-Pol Droit e Claudine Tiercelin, sottolinea che tutte le vite devono essere salvati, scrive il Monde (25/3)

"Nella tormenta della pandemia, non dimentichiamoci delle persone anziane!”: è l’inizio dell’appello firmato da un gruppo di intellettuali e scienziati pubblicato alla fine di marzo sul Monde. Di anziani “in Francia, ce ne sono diversi milioni, autosufficienti o no, che vivono nelle case di cura o a casa propria. Oggi, sono le persone più esposte al rischio di morire a causa del coronavirus, perché il loro organismo è meno robusto, e la loro salute è già indebolita da varie patologie spesso combinate. Se non agiamo urgentemente con coerenza e con forza, nelle settimane e nei mesi che verranno, rischiamo, in Francia, in Europa e nel mondo, un’ecatombe. Rassegnarsi a questo esito è umanamente inaccettabile, e gli strumenti per lottare efficacemente ci sono. E’ la ragione per cui invitiamo ogni persona – in particolare gli intellettuali, i dirigenti politici, gli scienziati, i rappresentanti delle autorità morali e religiose, i cittadini come comunità – a mobilitarsi accanto al personale sanitario e ai responsabili delle istituzioni che ogni giorno accompagnano le persone anziane. Anzitutto, per ricordare il principio etico del diritto alla vita di ogni essere umano, e per combattere questa barbarie insidiosa che porta a pensare che i più vecchi andrebbero difesi meno, quasi sacrificati. Se una persona anziana, in cuor suo e in totale libertà, prende la decisione di dare la priorità ai più giovani, sia libera di farlo! Ma che lo stato o la società lo faccia perché gli anni che restano da vivere agli anziani avrebbero un valore inferiore è un’insopportabile prospettiva. In seguito, per mettere a frutto concretamente tutti gli strumenti necessari per proteggere il maggior numero di vite e umanizzare le conseguenze di questa situazione eccezionale. E’ necessario, con la massima urgenza, darsi i mezzi per applicare protocolli di protezione delle case di cura e dei servizi a domicilio per contrastare il virus e limitarne la propagazione in caso di contaminazione. Prima di tutto, assicurandosi della distribuzione effettiva delle mascherine e degli altri materiali di protezione individuali al personale sanitario, perché, loro malgrado, sono i primi a rischiare di essere contaminati dal virus. Poi, dando la priorità alle case di cura e ai servizi di aiuto e di assistenza a domicilio per disporre di test che permetteranno di proteggere meglio quelli che sono risparmiati dal virus e allo stesso tempo curare meglio i malati, facilitando il loro ricovero quando sono in pericolo di vita.

 

Bisogna urgentemente pensare e mettere in pratica tutte le soluzioni per spezzare l’isolamento delle persone anziane senza mettere in pericolo la loro sicurezza, attraverso il telefono o internet, al fine di compensare l’assenza di visite e legami diretti con le loro famiglie e i loro cari. Per le persone in fin di vita, è necessario, al più presto, che le cure palliative siano pienamente garantite, che l’accompagnamento dei propri cari sia possibile attraverso una comunicazione a distanza, perché la morte sarà ancora più presente nelle case di cura e nelle situazioni di servizio a domicilio. Non dobbiamo sottovalutare il dolore simbolico causato delle restrizioni imposte ai funerali. Come sostituire un letto di morte inaccessibile? Che tipo di legame mantenere con una famiglia in lutto, quando solo due familiari possono essere ammessi per stare accanto al defunto? Come applicare con umanità delle consegne sanitarie estremamente rigide in caso di decessi legati al Covid-19? Sono soltanto degli esempi. Non dobbiamo mancare in questo momento essenziale della nostra vita comune. Questa mobilitazione deve riunire, senza esclusiva, tutte le competenze e tutte le buone volontà. Perché il compito è colossale, e non ammette ritardi”.

 

Nella lista dei firmatari compaionio: Yves Agid, dell’Académie des sciences; Pascal Bruckner, scrittore; Boris Cyrulnik, neuropsichiatra; Roger-Pol Droit, filosofo; Marie Garrau; filosofo, università Paris-I-Panthéon; Claude Jeandel, presidente del Conseil national professionnel de gériatrie; Axel Kahn, presidente della Ligue contre le cancer; Dominique Monneron, direttore generale della Fondation Partage & Vie; Corine Pelluchon, filosofo, università Paris-Est-Marne-la-Vallée; Didier Sicard, ex presidente del Comité consultatif national d’éthique, università Paris-Descartes; Pierre-Henri Tavoillot, filosofo, università Paris-IV; Claudine Tiercelin, filosofo, Collège de France.

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