Ostend, grande esercitazione militare con soldati britannici, olandesi e tedeschi (LaPresse)

Ancora a discutere di sicurezza tedesca

A trent’anni dalla caduta del Muro, la Germania ha imparato poco

Un Foglio internazionale è l'inserto a cura di Giulio Meotti: ogni lunedì, segnalazioni dalla stampa estera con punti di vista che nessun altro vi farà leggere


 

“L’anniversario dei trent’anni fa dalla caduta del muro di Berlino ha costretto i tedeschi a confrontarsi con una domanda semplice: ‘come siamo arrivati fin qui?”’, scrive Matthew Karnitschnig su Politico: “Questa riflessione è particolarmente rilevante in relazione al tema della sicurezza, una complicazione che molti pensavano sarebbe stata risolta con la fine della Guerra fredda.  Invece i temi della sicurezza sono tornati in cima all’agenda politica, e il paese ancora una volta fatica a definire il suo ruolo nell’Alleanza atlantica, in Europa e nel mondo.

 

Tutti i politici e analisti tedeschi concordano che la Germania deve assumersi ‘più responsabilità’, lo ha ripetuto chiunque negli ultimi anni. In parole semplici, visto il ruolo dominante della Germania in Europa, l’economia basata sugli esporti e la grande ricchezza, Berlino dovrebbe avere un ruolo più attivo sul fronte della sicurezza globale anziché nascondersi dietro gli Stati Uniti.

 

Fin qui va tutti bene. Il problema è che la classe politica tedesca non riesce a trovare una soluzione a questo problema.  Queste divisioni sono emerse in seguito alle affermazioni del presidente francese Emmanuel Macron sulla ‘morte cerebrale’ della Nato.  La polemica è stata alimentata dai commenti di Annegret Kramp-Karrenbauer, ministro della Difesa e candidata alla successione di Angela Merkel, che ha auspicato un ruolo più assertivo della Germania per combattere le crisi globali.

   

Akk ha imparato di recente che un approccio interventista non viene visto di buon occhio nella cultura passiva che regna in Germania. La proposta di creare una ‘zona sicura’ per i curdi in Siria è stata respinta da tutti i partiti. 

 

Il leader dei Verdi Robert Habeck, che stando ai sondaggi potrebbe essere il prossimo cancelliere, ha criticato duramente le idee di Kramp-Karrenbauer. Habeck ha detto di condividere l’analisi di Macron sulla Nato, pur non essendo d’accordo con il linguaggio usato dal presidente francese. Il ministro degli Esteri di Berlino, il socialdemocratico Heiko Maas, si è aggiunto al coro e ha ripetuto il mantra (‘dobbiamo assumerci maggiori responsabilità’) senza offrire alcun suggerimento pratico. Maas e il suo partito sono contrari all’approccio interventista di Kramp-Karrenbauer ma temono la strategia europeista di Macron e Habeck. ‘Una politica estera senza Washington sarebbe irresponsabile, spezzare il legame tra America ed Europa nel campo della sicurezza pericoloso’, ha detto Maas rispondendo alle critiche di Macron all’alleanza transatlantica: ‘Abbiamo ancora bisogno della Nato per gli anni a venire’. Questi commenti sono stati piuttosto sorprendenti dato che Maas ha sempre sostenuto che la Germania dovesse emanciparsi dall’America. Questo dove lascia il dibattito sulla sicurezza a Berlino? Impantanato e perso nelle sue contraddizioni. In altre parole, lo stesso punto in cui è sempre stato”. 

   

(Traduzione di Gregorio Sorgi)

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