I palestinesi partecipano al 31esimo anniversario di Hamas il 16 dicembre (Foto LaPresse)

Il mondo sfoggia credenziali anti Israele

Il caso della fallita risoluzione contro Hamas all’Onu secondo il Jerusalem Post

"Giovedì scorso le Nazioni Unite hanno preso in esame una risoluzione presentata dagli Stati Uniti che condannava Hamas. Sebbene 87 paesi – una cifra record – abbiano votato a favore, la risoluzione non risulta approvata perché non ha raggiunto la maggioranza di due terzi richiesta”, scrive l'ambasciatore israeliano all'Onu Danny Danon. “La risoluzione non è passata a causa di manovre procedurali da parte di parecchi paesi senza morale, che non hanno saputo affermare ciò che è evidente: che Hamas è un’organizzazione terroristica le cui azioni meritano una condanna senza ambiguità. Lo sforzo per far passare la risoluzione contro Hamas era iniziato nel quadro di un tentativo di correggere il grottesco spettacolo che viene messo in scena ogni anno alle Nazioni Unite il 29 novembre, anniversario del voto del 1947 che raccomandava la spartizione del Mandato sulla Palestina in due stati, uno arabo e uno ebraico.

 

Anziché celebrare il proprio ruolo nel contribuire alla nascita dello stato libero e democratico d’Israele, da quarant’anni l’Assemblea generale ha designato questa data come “Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese”. In questo giorno, le nazioni del mondo fanno pubblico sfoggio delle loro credenziali filo-palestinesi incolpando Israele di tutti i mali della regione e cercando di cancellare il legame storico fra ebraismo e Gerusalemme. Il risultato è una sequela di risoluzioni che gettano sulle spalle di Israele tutta la colpa per il fatto che il popolo palestinese non ha uno stato. La risoluzione degli Stati Uniti ha funzionato come una cartina di tornasole, per la comunità internazionale, su una serie di fronti, compreso quello dell’antisemitismo.

 

In un momento in cui il mai tramontato spettro dell’antisemitismo è diventato, di nuovo, una perniciosa realtà, l’Onu aveva l’opportunità di assumere una posizione unitaria contro questo pregiudizio millenario, dal momento che Hamas è uno dei più grandi responsabili al mondo della crescita dell’antisemitismo: la sua stessa carta istitutiva invoca la distruzione di Israele e del popolo ebraico. La determinazione con cui Hamas persegue i suoi intenti genocidi mette in pericolo i civili, sia israeliani che palestinesi.

 

Anziché usare le forniture mediche, i materiali da costruzione e gli aiuti finanziari per migliorare la vita dei palestinesi sotto il suo controllo nella striscia di Gaza, Hamas dirotta queste risorse verso la costruzione di tunnel per infiltrazioni terroristiche, il lancio di razzi e ordigni incendiari e la costruzione delle sue strutture militari allo scopo di muovere guerra a Israele. Dal 2001, Hamas ha lanciato più di 13.000 razzi sui centri abitati dalla popolazione israeliana: significa, in media, quasi tre razzi al giorno per 17 anni. E mentre i razzi di Hamas si abbattono su case e scuole israeliane, i terroristi di Hamas usano i civili palestinesi, bambini compresi, come scudi umani durante i loro attacchi contro i nostri soldati. Invece di garantire una vita migliore ai palestinesi, Hamas mira solo a distruggere la vita degli israeliani”.

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