Après le déluge, moi, Francesco Totti. – L'anima dell'As Roma la riscatta ancora lui dagli inferi

Alessandro Giuli
Lo so benissimo che non può durare, che anche l’immensità ha i suoi confini temporali, oltreché fisici. E che prima o poi l’anagrafe verrà a riprendersi il dovuto, speriamo soltanto senza interessi. So anche che il Capitano è l’alibi più formidabile per una soc

Après le déluge, moi, Francesco Totti. Lo so benissimo che non può durare, che anche l’immensità ha i suoi confini temporali, oltreché fisici. E che prima o poi l’anagrafe verrà a riprendersi il dovuto, speriamo soltanto senza interessi. So anche che il Capitano è l’alibi più formidabile per una società e una tifoseria divise ma tacitamente solidali nell’ancoraggio a un passato impossibile da eternare; malgrado questo presente da brividi, malgrado gli sforzi eroici di Sabatini e Pallotta.

 

E insomma voglio dire che l’anima della Roma, ancora una volta, la sta riscattando lui dagli inferi: Totti. Ma questo è a un tempo il sublime e il chiaroscuro dei giallorossi. L’As Roma si conferma squadra a una dimensione, quella stracittadina e sentimentale e nostalgica. Quella che preferiamo, in definitiva, sapendo che non bisognerebbe fermarsi qui, se uno vuole anche togliersi soddisfazioni autentiche e ricominciare a riempire una bacheca con le ragnatele. Detto questo, faute de mieux, Totti tutta la vita.

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