Terrazzo

Dov'è la più bella palazzina moderna di Roma

Un libro fotografico sulle tracce di Monaco e Luccichenti, e non solo

Si intitola “Alla scoperta di Roma Moderna. Esplorazioni fotografiche nella città del Novecento”, l’albo autoprodotto e appena uscito su Amazon opera di Stefano Nicita, architetto che da anni traccia una mappa fotografica delle palazzine romane su Instagram grazie alle sue esplorazioni in bici col profilo Dovelarchitetturaitaliana. Sono manufatti noti oppure inesplorati, ma rappresentativi di un periodo e di una civiltà sottovalutati.

 

La palazzina è infatti frutto di un innesto speciale, quando le più moderne teorie architettoniche rotolando giù dall’Europa e dagli Stati Uniti impattano sul genius loci del villino romano;  genera anche un gruppo di architetti-ingegneri che stanno fuori dalle grandi accademie o perché impresentabili come Moretti fascistissimo che mai rinnegherà, a differenza di tanti altri, o perché più legati al mercato; e  legati di certo alla Dolce Vita, con tavoli sempre pronti da Rosati a piazza del Popolo: e Capogrossi, Consagra, Corpora, Severini, che cospargono le palazzine di loro lavori; può capitare per esempio di trovare mosaici di Capogrossi sparsi per parcheggi e androni di palazzine in vendita su immobiliare.it. all'insaputa di venditori e inserzionisti.


Ci sono capolavori classici (la palazzina Girasole, dove abitava Totò, opera del più grande di tutti,  Moretti, a viale Bruno Buozzi), e altre meno celebri: ne viene fuori soprattutto la supremazia di Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti, che sono gli Age e Scarpelli della palazzina romana, idolatrati tra chi li conosce ma disconosciutissimi ai più. La più bella palazzina moderna in assoluto di Roma, secondo noi, è la corbusieriana sede dell’ambasciata di Monaco presso la S. Sede a largo Nicola Spinelli, sopra. Opera di Ugo Luccichenti, fratello di Amedeo. 

 

Ma c’è anche il barocchetto romano dei palazzoni gaddiani della cooperativa Esteri di via delle Tre Madonne, il Dakota building dei Parioli di proprietà Ligresti, affittato a maggiorenti, e c’è il villaggio Olimpico desolato. E c’è sempre il solito discorso: se si fosse a Milano, ci sarebbero compassi d’Oro e mostre e pubblicazioni, ma nella disarticolatissima Roma  a nessuno importa niente, è tutto lasciato all’estro individuale. 

 

Dunque anche  generale sgarrupo soprattutto delle palazzine più moderne; come se appena si mettesse un piede nel Novecento non si fosse più degni di restauro, o di bonus facciate; via Archimede, per esempio, epicentro di palazzine blasonate, è tutto un intonaco cadente e un balcone pericolante: pare bombardata. C'è anche con frana finale sul canyon, vista Auditorium