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Sul ponte sventola bandiera Ue

Giulio Silvano

Per la prima volta vengono raccolti in un libro i coloratissimi bozzetti presentati alla Commissione europea tra cui scegliere la propria bandiera. E con un po' di fantasia si può arrivare a immaginare un'Europa parallela per ogni proposta

Buffo pensare che oggi, al posto delle stelle su sfondo blu che vediamo dietro a Ursula von der Leyen o sulla facciata del Berlaymont o sulle nostre tessere sanitarie, potrebbe esserci una tigre. O un sole bianco su sfondo verde, o una stretta di mano, o un giglio o una chiave su sfondo pesca. Furono proposte alla Commissione europea almeno centocinquanta bandiere, poi rifiutate per selezionare quella corona di dodici stelle, oro su blu, scelta nel ’55 e che oggi sventola spesso accanto ai drappi nazionali di 27 paesi.

 

Jonas von Lenthe, fondatore di Wirklichkeit Books, ha ritrovato i bozzetti e li ha raccolti in “Rejected designs for the European Flag”. A volte sembrano disegni a matita su foglio a quadretti – come fatti da bambini idealisti del dopoguerra – a volte copie fantasiose di bandiere preesistenti, molte con lettere E in stampatello, con simboli cristiani e con lo stemma di Strasburgo. Walter Thimm, veterano della Prima guerra, presentò quattro disegni, tutti verdi e bianchi, spiegando che tale “semplice combinazione, senza elementi aggiuntivi, non è ancora stata usata da nessuno stato riconosciuto. Inoltre è una combinazione di colori piuttosto piacevole”. Altri crearono incroci cromatici bizzarri: verde e arancione, verde e giallo e rosso. Alvin Mondon ne propose ben dodici, alcune con un “triangolo culturale”. Ognuno sceglie simboli o araldica o emblemi per codificare la nuova federazione con una qualche radice culturale. Bellissima quella di Salvador de Madariaga che crea una costellazione boettiana, una mappa senza confini con le stelle al posto delle capitali.

 

Le bandiere sono importanti, altrimenti non verrebbero bruciate. Tra le emoji dell’iPhone sono la categoria più numerosa. Sono forse tra i simboli visivi, tra i pezzi di visual design, tra i loghi di branding territoriale, quelli con la maggiore pervasività. Bello studiare le bandiere possibili, bello pensare che possa esistere un’Europa parallela per ogni proposta di bandiera; bisognerebbe farci un viaggio e vedere in quale di queste il sogno di Spinelli sia stato messo in pratica.

 

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