Terrazzo

Il secolo milanese di Vico Magistretti

Michele Masneri

È stato il più milanese dei designer milanesi. Alloggi sociali, scuole ma anche case per cognomi di peso. La sua lampada Eclisse e la sedia Carimate. E quello studio al piamo terra per parlare alla finestra

Cent’anni oggi: nasceva infatti il 6 ottobre 1920 Ludovico, o come dicevan tutti Vico, Magistretti, forse il più milanese dei designer milanesi. Il gran lombardo del design del Novecento è stato figlio e nipote d’arte, il suo curriculum è più inspirational di una maglietta “Milano never stops”: liceo Parini, iscrizione al Politecnico, università interrotta dal servizio militare prima di riparare in Svizzera come tanti rampolli, oltre il novanta per cento degli edifici realizzati a Milano e gli altri o in Liguria o in Brianza (cioè altri quartieri di Milano).

 

In Svizzera incontra profughi di rango come Ernesto N. Rogers, e insieme progettano la ripartenza. Dal 1945 in poi terrà un piccolo studiolo con un solo dipendente, delegando tutto il resto fuori. Alloggi sociali, scuole ma anche case per cognomi di peso (Bassetti, Cassina), e poi partecipazioni alla Triennale e ai Compassi d’Oro di cui è animatore. La torre al parco realizzata nel ’56 fra la Triennale e la ferrovia è uno dei landmark milanesi, molto instagrammata anche oggi tra i contemporanei grattacieli, e ambitissima per viverci o lavorarci seppur esclusa dai manuali redatti dagli storici engagé: girone architetture di borghesi poco allineati come Luigi Caccia Dominioni, Gio Ponti, Luigi Moretti, Carlo Mollino. (È il monumento continuo al ceto medio-alto riflessivo).

 

Magistretti collabora poi con le aziende di design, le migliori: Cassina, Artemide, Oluce, De Padova, la sua lampada Eclisse (1966) con cui vince il Compasso d’Oro è un altro simbolo della Milano produttiva, che per gli immigrati sarà stata anche agra, ma per l’architetto segna una lunga fase di dolce vita sotto il Duomo e non solo. La sedia Carimate, disegnata per l’omonimo golf club, spopola anche nella Swinging London – verrà chiamata “La sedia dei Beatles”, commercializzata dallo scaltro e da poco defunto Terence Conran.

 

“Il vero grande nemico oggi è la volgarità. Per questo amo la cultura anglosassone che ne è esente”, dirà Magistretti, che verrà poi chiamato a insegnare a Londra alla Royal Academy of Arts. A Milano teneva invece lo studio al piano terra, così “gli imprenditori si fermavano con la macchina e parlavamo dei progetti alla finestra, il made in Italy è nato così”. Alla Triennale, nuovi lockdown permettendo, è in programma una grande mostra curata da Gabriele Neri per l’anno prossimo.

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