Luca Trevisani, "Dream Republic", 2017

Gf Vip con Roussel

Michele Masneri

Nella mostra "Real Italy" al Maxxi ci sono anche le fotografie di Luca Trevisani scattate nell'albergo palermitano in cui morì lo scrittore francese

I musei ringraziano! Dopo decenni in cui i tagli alla cultura hanno drasticamente ridotto la capacità d’acquisto dei musei pubblici, l’Italian Council, il sistema di acquisizione che il ministero dei Beni culturali ha messo in atto negli ultimi anni a firma di Dario Franceschini, ha permesso di rimpolpare le collezioni permanenti dei musei d’arte contemporanea. Così la mostra “Real Italy” raccoglie adesso al Maxxi le opere delle prime due edizioni del bando, fotografia come si dice della migliore produzione artistica contemporanea italiana. Le opere provengono infatti delle collezioni dei musei risultati vincitori delle ultime due annate, 2017 e 2018. Supporti ed estetiche le più disparate: “La nascita dello stile” di Alterazioni Video presenta un atlante delle architetture pubbliche incompiute. Ponti, laterizi, capannoni, rotonde; il non finito, insomma, un grande classico italiano. Nel film “San Vittore” Yuri Ancarani entra invece nell’omonimo carcere a esplorare il rapporto tra i bambini in visita ai loro genitori detenuti, con disegni terribili di angosce dei figli dei galeotti. “Anastasis”, di Giorgio Andreotta Calò, fotografie un po' da Nome della Rosa dalla performance realizzata nell’edificio di culto più antico di Amsterdam, Oude Kerk. I francobolli warholiani “Serie Imperiale” (Zara e RSI) di Flavio Favelli, che ha per soggetto due francobolli della serie omonima prodotti durante il fascismo. “Dream Republic 224” di Luca Trevisani sono tante piccole fotografie riprese dall’alto degli artisti invitati a dormire nella stanza 224 del Grand Hotel et des Palmes di Palermo, quella in cui lo scrittore Raymond Roussel si suicidò nel 1933. Le foto, fatte a loro insaputa, come in un Gf Vip molto artistico, sono un derivato delle performance e operazioni dedicate a Roussel realizzate nel 2018 a cavallo di Manifesta.

 

Roussel morì appunto nella capitale siciliana il 14 luglio 1933 dopo vasta ingestione di barbiturici. Poeta, dandy, scacchista, romanziere, grande nevrotico, amico di Proust, Sciascia gli dedicò il fondamentale “Atti relativi alla morte di Raymond Roussel” (Sellerio). Indagine su una giornata particolare: Roussel muore mentre Palermo celebra Santa Rosalia, l’Italia Balbo e le sue trasvolate, e la Francia commemora la Bastiglia. Nel telegramma col quale s’informa il questore di Palermo della morte del “suddito francese” Raymond Roussel, si dice che “avendo esagerato nelle dosi dei farmaci, si è cagionato la morte”. La fretta dello svolgimento dell’inchiesta è imposta dalla regola fascista, cui la polizia e la magistratura alacremente sottostavano, “di mettere sotto silenzio tutti quei casi in cui il taedium vitae assurgesse a tragici esiti”.