Foto tratta dalla pagina Facebook di Peloton

La bici ti fa bella, in diretta

Michele Masneri

Peloton si autodefinisce “la Netflix della ginnastica” e punta a scalzare i rivali offrendo l’esperienza agonistica-agonica della pedalata di gruppo ma senza uscire di casa

Tra i grandi collocamenti di Wall Street di quest’anno l’ultimo e il più inatteso è quello di Peloton, gruppo che ha inventato la cyclette aspirazionale e “social” per chi, stanco di fare spinning con degli umani, ora può invece acquistare dietro abbonamento queste bici distopiche che montano enormi schermi, dove da una parte appare un maestro che ti ingiunge: spingi, rallenta, pedala (e dall’altra, altri infelici che eseguono e sudano ad altre latitudini).

 

L’azienda ha appena fatto richiesta di quotazione, mentre punta a dominare il fondamentale mercato dello spinning siliconvallico, sconfiggendo il temibile Soulcycle, gruppo di 200 palestre sparse per tutti gli Stati Uniti con cyclette per pedalatori altospendenti disposti a spendere fino a 500 dollari al mese.

 

Il culto di Soulcycle è talmente pervasivo da essere stato immortalato anche nell’ultimo film di Amy Schumer, “Come ti divento bella”, dove nell’entusiasmo generale della pedalata lei, bruttina e diversamente magra, cade rovinosamente per terra, ottenendo il ludibrio delle pedalatrici (tutte magrissime ed efferate). Rimedia anche uno shock cerebrale e, prendendo alla lettera l’istruttrice che aveva ingiunto “d’ora in poi ti vedrai come hai sempre voluto essere”, improvvisamente si crede una bonona. E se ci credi tu, ci crederanno gli altri: tutti la corteggeranno, compreso il capo aitante, farà rapida carriera, salvo poi guarire dal sogno.

 

Peloton, che si autodefinisce “la Netflix della ginnastica”, punta a scalzare i rivali offrendo l’esperienza agonistica-agonica della pedalata di gruppo ma senza uscire di casa. Non è che si risparmi, però, anzi: la bici da sola viene 2.245 dollari, poi bisogna comprare l’abbonamento da 39 al mese col quale si accederà ai nerboruti istruttori virtuali. L’azienda è stata valutata oltre 4 miliardi di dollari e chissà come andrà una volta finita in Borsa: finora i grandi collocamenti attesi da anni sono stati un po’ un flop. Uber non è andata tanto bene, la sua collega Lyft nemmeno. L’unica che ha fatto il botto è stata Beyond Meat, che produce carne “vegetale”. L’indicazione, di questi tempi incerti, pare quella di buttarsi sul fitness complicato.

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