Tiziano, ritratto di Eleonora Gonzaga, Galleria degli Uffizi, Firenze

Internazionale mantovano

Storia avventurosa della Gazzetta, il più antico quotidiano d’Italia

Si parla tanto di business model di news tra pubblicazioni pericolanti in giro per il mondo, Internet e carta e paywall. Andando indietro, però, tante sorprese. La Gazzetta di Mantova, il più antico giornale d’Italia, fondato nel 1664, era soprattutto un quotidiano di esteri. Lo racconta al Foglio il direttore Paolo Boldrini, che ne ha appena ampliato il museo con un lascito che va ad arricchire la collezione di numerose edizioni del Seicento e del Settecento.

 

“Il museo, già esistente, è stato ingrandito con l’acquisizione di un centinaio di esemplari di un collezionista mantovano”, dice. Dai nuovi numeri del quotidiano si evince che “la Gazzetta era soprattutto un giornale internazionale”. Le notizie locali rimanevano infatti relegate in ultima pagina mentre il quotidiano aveva corrispondenti nelle maggiori capitali e “notizie da Vienna, soprattutto, perché i Gonzaga erano sotto l’influenza dell’Impero, ma anche da San Pietroburgo, Costantinopoli, Baghdad”. “Nel 1771 il sultano Mustafà III scriveva a Maria Teresa d’Austria lamentandosi delle troppe inchieste che la Gazzetta faceva sulle sorti dei cristiani nell’Impero Ottomano”, dice Boldrini. “Nel 1769 la Gazzetta “coprì” il terremoto di Baghdad con un famoso reportage; certo coi tempi dell’epoca: “il terremoto avvenne l’11 maggio, il giornalista scrisse il pezzo il 20, e infine fu impaginato a fine novembre”.

Il giornalismo slow potrebbe essere una strada per il futuro. “E’ una cronaca bellissima, di sole sei righe”, dice il direttore. “Una lezione di giornalismo, c’è tutto. E forse fa anche riflettere sulle lunghezze a cui ci siamo abituati”.

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