D'Annunzio rivisitato

Michele Masneri

Al Vittoriale di Gardone un nuovo allestimento per il museo che riunisce abiti, accessori, oggetti della vita quotidiana del poeta-soldato

Un olio d’oliva, un profumo, un nuovo museo. Al Vittoriale degli Italiani, la roccaforte abitata negli ultimi tempi da Gabriele d’Annunzio sul Garda, pare che l’attivismo dannunziano abbia colto anche l’“imaginifico” direttore della fondazione, Giordano Bruno Guerri, che negli ultimi anni ha svelato appunto un olio d’oliva che il Vate aveva lanciato nel 1921, poi un profumo, lanciato qualche mese fa con un allestimento di Pigi Pizzi, e adesso il riallestimento del museo dedicato al D’Annunzio segreto (abiti, accessori e memorabilia del Poeta-soldato). “Ci siamo divertiti come pazzi a cercare nuovi oggetti nelle soffitte e nei depositi del Vittoriale”, dice al Foglio Angelo Bucarelli, curatore, designer che si è occupato dell’allestimento del museo aperto nel 2010 e che ora è stato sottoposto a restyling. “Ottanta paia di scarpe, venti di stivali, decine di fazzoletti, tutto con le cifre, una vera ossessione per le iniziali”, dice Bucarelli, evocando un D’annunzio molto contemporaneo utilizzatore di loghi come i migliori stilisti della streetwear. Nel museo, che si trova sotto l’anfiteatro, Bucarelli ha ridisegnato l’esposizione di oggetti dannunziani già visibili: le sue vestaglie, anche quelle col famigerato buco, e i capetti che faceva indossare alle sue ospiti, le quali come si sa una volta arrivate al Vittoriale dovevano smettere gli abiti “civili” e addobbarsi con delle tuniche d’organza o d’altri stili che piacessero al Poeta. E quelli appena ritrovati in questo round di investigazioni, tra cui “i guinzagli e i collari dei suoi mastini, le macchine da cucire Singer affidate a due solerti sarte di casa per riparazioni anche improvvise all’immenso guardaroba – e lì, gran guardaroba di Luisa Baccara e non solo”.

  

“Tre stufe d’ottone straordinarie, tre selle da cavallo, valigie. Abbiamo ritrovato i quadri un po’ lugubri dei precedenti proprietari della casa che D’Annunzio acquistò, trasformandola poi nel Vittoriale, erano parenti di Liszt e Wagner, ritratti su carta grigia, un po’ tristi”. E poi addirittura casse d’acqua Sanpellegrino, mai aperte, che il Vate non ebbe tempo di bere. Tutto adesso recuperato e visibile nel nuovo allestimento, in uno dei musei più attivi del nord Italia. “Da quando ha assunto la direzione Guerri il Vittoriale registra duecentocinquantamila visitatori l’anno”, dice Bucarelli, autore di appendici anche a Gardaland: nel parco divertimenti dall’altro lato del lago da un anno infatti è attiva con grande successo una specie di succursale del Vittoriale, una mostra permanente per ragazzi.

  

“Il concetto che abbiamo realizzato è quello di un tunnel in cui entri e ti trovi atmosfere da Vittoriale, ma col linguaggio di Gardaland, con incontri e suggestioni come la Isotta Fraschini che d' Annunzio aveva regalato al figlio. Poi attraversi uno scaffale di libri giganti e trovi un video e delle vetrine con oggetti, vestiti e memorabilia di d' Annunzio”, dice Bucarelli. Gardaland intanto, coi suoi 3 milioni di visitatori annui, è entrato nel circuito “GardaMusei” (creato per migliorare l’offerta culturale e turistica del territorio), di cui è capofila la fondazione del Vittoriale presieduta da Guerri. E sicuramente l’Imaginifico, che possedeva un’anima commerciale pari almeno a quella poetica, sarebbe oggi molto orgoglioso delle nuove “brand extension” legate al suo “logo”.

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