Castelli e Castellani

Ica, nuovo spazio milanese per l’arte, celebra i grandi galleristi italiani

Michele Masneri

North of Loreto, South of Prada, o forse il contrario: a Milano in zona Ripamonti, landa desolata gia bonificata e gentrificata dalla Fondazione Prada, appunto, nasce adesso ICA – Istituto Contemporaneo per le Arti, nuovo spazio come si vuole poliedrico e multifunzionale e naturalmente “partecipato”. Accolto in un edificio ex industriale, presenta un vaste programme di mostre e incontri aperti al pubblico. Tra le prime , ecco una “Apologia della storia - The historian's craft” che citando Marc Bloch e la scuola francese delle Annales mette insieme dodici artisti più o meno giovani e molto internazionali a indagare sul rapporto tra passato e presente. Si tratta di Yto Barrada (1971, Francia), Lothar Baumgarten (1944 – 2018, Germania), James Lee Byars (1932, USA – 1997, Egitto), Nanna Debois Buhl (1975 – Danimarca), Ryan Gander (1976, Regno Unito), Haroon Gunn-Salie (1989, Sudafrica), Arjan Martins (1960 – Rio de Janeiro, Brasile), Santu Mofokeng (1956, Sudafrica), Antonio Ottomanelli (1982, Italia), Paul Pfeiffer (1966, Hawaii), Javier Téllez (1969, Venezuela), Mona Vatamanu & Florin Tudor (1968, Romania; 1974, Svizzera). Gallery “Focus” è invece un programma dedicato alla conoscenza della storia delle gallerie italiane che dagli anni Cinquanta a oggi hanno rappresentato un punto di riferimento per gusto, collezionismo e identità dell’arte contemporanea in Italia. Il primo appuntamento, a marzo, sarà dedicato alla Galleria dell’Ariete, che introdusse gli artisti americani di Leo Castelli in Italia e che lavorò con alcuni dei più importanti artisti italiani dell’epoca come Manzoni e Castellani. Il primo evento del programma è curato da Caterina Toschi, ricercatrice di storia dell’arte contemporanea presso l’Università per Stranieri di Siena.

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