Foto tratta da Wikipedia

Tutto il sapone di Raymond Roussel

Michele Masneri

Una performance di Olaf Nicolai al museo di Castelbuono

Si lavò fino ad ammazzarsi. Raymond Roussel, che si suicidò a Palermo nel 1933 all’Hotel delle Palme, pare che si lavasse freneticamente le mani centinaia di volta al giorno, e pretendesse ogni volta una saponetta nuova. L’artista tedesco Olaf Nicolai è partito da questa ossessione per realizzare al museo civico di Castelbuono (Palermo), “Au service”, installazione che comprende 43 palle di sapone disseminate per gli spazi dell’antico castello Ventimiglia, realizzate con la collaborazione con la Casa Museo del Sapone di Sciacca. Quarantatré come i giorni che Roussel passa all’hotel siciliano, calcolate sul peso totale di tutto il sapone che l’illustre suicida avrebbe consumato. L’installazione fa parte della mostra “Raymond controfigura”di Nicolai e Luca Trevisani all’ albergo palermitano.

 

Roussel morì il 14 luglio 1933 nella stanza 224, dopo vasta ingestione di barbiturici. Poeta, dandy, scacchista, romanziere, grande nevrotico, gay, amico di Proust, Sciascia gli dedicò il fondamentale “Atti relativi alla morte di Raymond Roussel” (Sellerio), indagine su una giornata particolare: Roussel muore a Palermo mentre si festeggia la patrona, Santa Rosalia, l’Italia inneggia a Balbo e alle sue imprese transatlantiche e la Francia commemora la presa della Bastiglia. “Atti relativi alla morte di Raymond Roussel” inizia con il testo di un telegramma con il quale s’informano il Primo Pretore e il Questore di Palermo della morte del “suddito francese” Raymond Roussel, che “avendo esagerato nelle dosi dei farmaci, si è cagionato la morte”. La fretta dello svolgimento dell’inchiesta è imposta dalla regola fascista, cui la polizia e la magistratura alacremente sottostavano, “di mettere sotto silenzio tutti quei casi in cui il tedium vitae assurgesse a tragici esiti”.

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