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Il governo balneare gialloverde

Michele Masneri

Toninelli e Salvini, i due corpi a mollo nell’estate politica italiana

Un tempo l'espressione “governo balneare” indicava, in Italia, esecutivi nati d’estate e con orizzonti temporali limitati. Il primo fu il governo Bonomi dell'estate 1921, poi ci furono quelli formati da Giovanni Leone e il Rumor II, tutti nati tra giugno e agosto e durati dai quattro ai sei mesi circa. Però il Conte I verrà ricordato per aver ridefinito la balnearità in senso letterale. Pur nell’epoca dello smart working non si era mai vista in Italia, una frequentazione così assidua da parte di ministri di spiagge, piscine, moli, ombrelloni. I protagonisti acquatici sono due, Salvini e Toninelli. Il primo ha fatto del torso nudo una cifra politica, specializzandosi nella nuotata maschia. Come molti padani ama assai l’acqua, è ministro molto idrico, si trova a suo agio su isole e arenili, ama Ischia (come molti milanesi), non disdegna il cloro (notevole fu la nuotata “in una piscina sequestrata ai mafiosi”, tipo John Cheever meets Sciascia). C’è poi il ministro dei trasporti Toninelli. Spartendosi i ruoli sotto l’ombrellone, Salvini fa il dad bod, cioè il papà panzuto, Toninelli invece mostra il fisico scultoreo.

 

Toninelli in particolare strizzato in camicie bianche molto attillate sembrava attendere l’estate per esibire finalmente il pettorale di Governo, dopo un inverno a presumibili petti di pollo e squat. Il suo profilo Instagram dà dipendenza, per la molteplicità di immagini e per la sua contemporaneità (c’è il muscolo guizzante ma ci sono sempre i figli, anche loro dall’occhio ceruleo, dunque ha tutti i requisiti del maschio metrosexual: palestra più quality time, babbo materno, eccetera). Se lo si trovasse a Catania non si capirebbe se è diretto alle nozze della Ferragni o agli imbarchi della Diciotti. Potrebbe essere un medio influencer, invece è ministro di una media potenza.

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