televisione e politica

Beffa Rai per Fuortes. Sarà Orfeo a “controllare” Cartabianca

Carmelo Caruso

Dall’11 agosto, per 45 giorni, tutti i programmi di approfondimento saranno “ricondotti” ai direttori di Tg. Significa che il talk di Bianca Berlinguer finirà per essere supervisionato dal direttore del Tg3

"Ora ti faccio vedere io chi governa". Ricordate come è cominciato tutto? “Si è rotto il patto di fiducia”. E’ stato il duello che ha causato la crisi. Ovviamente stiamo parlando del dissidio che ha portato alla caduta del governo Rai nazionale. L’ad Carlo Fuortes contro l’ex direttore dell’approfondimento Rai, Mario Orfeo. A Viale Mazzini non c’è Sergio Mattarella, ma vige il diritto aziendale che non permette di andare a elezioni anticipate. E’ finita con un rimpasto. Orfeo alla direzione del Tg3 e Fuortes ancora ad. Ma ecco che arriva il voto, quello vero, e cosa accade? Per Fuortes è peggio della beffa. Per l’altro è il sorpasso in curva, l’Oscar alla carriera.

Accade infatti che tutti i programmi Rai di approfondimento, dall’11 agosto, per 45 giorni, finiscono per essere “ricondotti” ai direttori di Tg. Chi è  il direttore del Tg3 su proposta dell’ad Fuortes? Orfeo. Bene. Significa che “Cartabianca”, il programma di Bianca Berlinguer, che Orfeo si dice volesse riformulare, e Fuortes confermare con tutta quella gabbia di scioperati, finirà per essere supervisionato da Orfeo. E’ il programma-resort Rai del Fatto Quotidiano e dei loro opinionisti, la loro amaca catodica. Significa che i programmi di Lucia Annunziata, su cui il nuovo direttore dell’approfondimento, Antonio Di Bella, stava puntando, devono essere supervisionati da Orfeo, così come “Agorà”, “Presa diretta”, “Report”, “Blob”.

Anzi, come dicono in Rai, e scrivono, “si rappresenta, la necessità, che, per quanto riguarda le trasmissioni temporaneamente ricondotte alla responsabilità di Testata, i direttori di Testata siano tempestivamente e doverosamente edotti circa i contenuti delle trasmissioni, il relativo sommario. E i nominativi degli eventuali ospiti”. Da qui alle elezioni, in pratica, quello che è stato sostituito (da di Bella) per “permettere in Rai a tutte le voci di esprimersi (Cartabianca Resort) in un colpo solo si riprende il posto del suo sostituto (Di Bella) e avrà il controllo delle trasmissioni per cui l’ad avrebbe scatenato il Papeete Rai. L’obiezione può essere: “Ma tanto ‘Cartabianca’ cominciava a settembre”. Giusto. Ma anche singolare.

C’è una crisi di governo, una campagna elettorale. Che la Rai ci privi di questo imprescindibile programma non ci sembra corretto. Si sa già che si sta provando ad anticipare l’inizio di “Porta a Porta” e il programma di Damilano. Se “Cartabianca” non parte sorge il ragionevole dubbio che non vuole partire. Ma come? Il pluralismo ad agosto va in ferie? Non è che forse è meglio attendere che i 45 giorni di Orfeo finiscano? E’ probabile che neppure il Conte di Montecristo, quando è tornato a Parigi per ripristinare i torti, dopo la prigionia al Castello d’If, fosse così sorridente come Orfeo. L’altro, Di Bella, a questo punto non si sa cosa dovrebbe “approfondire” nei 45 giorni.

Non solo. Le disposizioni Rai, sotto elezioni, assegnano al direttore di testata a cui “programmi sono ricondotti” quasi i “pieni poteri”. Ecco i rudimenti preziosi: “Si invitano a fornire le necessarie istruzioni ai responsabili e ai curatori dei programmi affinché provvedano a effettuare apposite comunicazioni ai direttori di testata in modo che siano in grado di conoscere in via preventiva gli elementi inerenti l’articolazione del programma”. Direttori di testata che hanno pure il missile stinger “par condicio” che deve “essere garantita” attraverso un’equilibrata gestione”. Un capolavoro di tattica: togliere al nemico una carica quasi nulla, metterlo nella carica che più desiderava, e scoprire che ora ha la carica che desiderava e pure quella che gli è stata tolta. Merita un programma in prima serata: Come diventare fessacchiotto.

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio