I migliori film e docu-serie su design, arte e architettura

Gaia Montanaro

Dai film sui big dell'arte alle serie tv che raccontano il lavoro dei grandi fotografi, passando per le ristrutturazioni domestiche fino ai gioielli architettonici, le piattaforme offrono spunti per ogni età

Se per queste feste natalizie la prospettiva è tutta domestica, possiamo farci ispirare dalle architetture e dall’arte che arrivano direttamente a casa nostra. Sempre più numerose infatti sono le docu-serie che raccontano il mondo del design, dell’arte e dell’architettura, passatempo perfetto non solo per gli addetti ai lavori. Dai film che affrontano le grandi personalità artistiche, passando per le ristrutturazioni domestiche e arrivando ai gioielli architettonici più straordinari, le piattaforme offrono spunti per ogni età (ma non sempre per ogni portafoglio). L’arricchimento culturale è garantito

 

    

Il titolo originale di questa docu-serie in nove episodi è Home, parola che rappresenta a pieno il concept della narrazione. La serie si sofferma infatti a raccontare case tra loro diversissime e sparse per il mondo a partire dalla vita dei loro abitanti, dalle loro esigenze e dal tipo di famiglia che le abita. C’è una greenhouse svedese che assomiglia ad un’enorme serra ed ospita una famiglia con un ragazzino autistico, un’abitazione a Bali fatta interamente in bambù (prodigio architettonico progettato da Elora Hardi, un passato nella moda a fianco di Donna Karan per poi convertirsi alla vita bucolica), una micro-casa con pareti mobili ed alta domotica nel cuore di Hong Kong o una splendida abitazione moderna nelle foreste del Maine costruita con una particolare tecnica di bruciatura del legno tipica del Giappone. Questi sono solo alcuni degli edifici che vengono raccontati, splendidi nella loro unicità e che permettono allo spettatore di viaggiare in tante vite possibili. Alcune della quali decisamente desiderabili.

 

  

Ritenuta (a ragione) la più riuscita e spettacolare serie sul design, Abstract è un prodotto davvero imperdibile che coniuga bellezza formale a contenuti eterogenei e interessanti. La prima stagione si apre con Christoph Niemann, tra i più grandi graphic designer contemporanei, per poi proseguire con il racconto di un designer di scarpe, una scenografa, un interior designer e un disegnatore di automobili. Affascinanti le puntate dedicate a Neri Oxman, professoressa di bio-architettura all’MIT di cui il Moma ha recentemente ospitato una personale, Cas Holman designer di giocattoli, Ian Spalter che disegna interfacce tecnologiche (nella fattispecie la app di Instagram) e Jonathan Hoefler che nel suo studio newyorkese realizza caratteri tipografici. Uno sguardo ampio e specialistico che permette di avere un assaggio di quanto il design sia rilevante e pervasivo nella vita di ciascuno. Per allargare il cuore e la mente.

 

Per gli amanti della fotografia (e non solo) è da recuperare questo documentario uscito nel 2015 e realizzato da Wim Wenders che racconta l’arte di Sebastião Salgado. Le persone, ovvero il sale della terra, sono al centro di questo racconto per immagini, che sfiora i ventisei paesi che il fotografo brasiliano ha attraversato, fermando con la sua macchina fotografica i posti più incredibili, i genocidi, le carestie e le guerre più cruente degli ultimi anni. Un film strabordante di umanità varia, tenuta insieme dallo sguardo commovente e commosso di uno dei più grandi fotografi del nostro tempo

 

Sempre in quota film, il racconto intenso e straziante della vita del pittore Antonio Ligabue. Orso d’Argento di quest’anno a Berlino, regia di Giorgio Diritti e con protagonista il gigantesco Elio Germano, la pellicola racconta la biografia dell’artista di origini svizzero-italiane, affetto da disturbi mentali e rachitismo, che nonostante (o forse proprio per) la vita travagliata divenne un pittore e scultore riconosciuto e visionario. Come accade spesso per i film di Diritti, la pellicola racconta con partecipazione e profondità la vita di un uomo trasfigurato dall’arte, abitato da una personalità complessa e unica che ha trovato nell’espressione artistica la sua forma e il suo modo di esistere nel mondo. 

 

    

In Inghilterra è un vero e proprio programma cult (venti stagioni in onda su Channel 4 e vincitore di un buon numero di Bafta) e il suo conduttore – Kevin McCloud – ha dato vita anche a un magazine e un sito dedicato. Grand Design racconta in ogni puntata la ristrutturazione/costruzione di una casa, seguendo le esigenze e i desiderata più particolari dei vari committenti. C’è chi ha a disposizione grandi cifre e si imbarca nell’impresa di ristrutturare vecchi acquedotti londinesi, chi preferisce cottage ecosostenibili nella campagna inglese oppure magioni da sogno nella fredda Scozia. I contrattempi sono garantiti per tutti ma la soddisfazione finale non ha prezzo. Non per tutte le tasche ma per ogni tipo di spettatore. Su Netflix si trovano per ora due stagioni, altre sono recuperabili su Sky. 

  

   

Sempre in quota anglosassone, questo format racconta le case più spettacolari del mondo, raggruppandole secondo criteri geografici. L’architetto pluripremiato Pier Taylor e l’attrice e agente immobiliare (super entusiasta) Carolin Quentin viaggiano per i cinque continenti alla ricerca di case spettacolari, da moderne baite alpine, passando per abitazioni con il tetto ricavato dall’ala di un aereo fino a dimore asiatiche che rivisitano il gusto locale. La qualità delle architetture è davvero di prim’ordine e la coppia improbabile di conduttori aggiunge un tocco di colore (ma non troppo) al racconto di queste dimore da sogno. E anche nel salotto di Ellen DeGeneres, Pier e Carolin hanno fatto la loro figura. 

 

 . 

Prodotto da Leonardo Di Caprio, questo documentario riscopre la figura dello scultore polacco Stanislav Szukalski. Artista controverso e che diede vita a teorie pseudoscientifiche di dubbia fondatezza, viene in questo racconto ricordato da una serie di artisti di Los Angeles per le sue sorprendenti doti di scultore. La capacità di rendere la materia plastica e la ricchezza dei dettagli superano di gran lunga la sua personalità eccentrica e un po’ folle. A cavallo tra la mitologia, la storia e l’occulto, l’arte di questo scultore polacco naturalizzato statunitense è avvolta nel mistero e in questo documentario viene in parte riportata alla luce.

 

   

Negli ultimi anni vanno sempre più di moda le case dalla metratura molto piccola ma progettate in ogni minimo dettaglio. Che sia per ragioni economiche, di gusto o di consonanza allo spirito del tempo, questa docuserie racconta di piccole abitazioni, sparse su tutto il territorio nord americano, adatte ad ogni esigenza e a famiglie non certo poco numerose. Le case sono tutte iper-funzionali e accessoriate e spesso (ma non sempre) non si abdica troppo alla comodità. Container di lusso che possono contenere pianoforti a mezza coda, sono l’apoteosi del compensato e del mobilio rigorosamente su misura. Un esperimento curioso, di pura evasione.

 

 

L’arte di Cai Guo-Qiang è quella di far esplodere le cose. L’artista cinese è noto per le sue performance pirotecniche spettacolari che colpiscono per la loro grandiosità. Spazio, proporzioni e inventiva sono le parole guida per questa forma d’arte contemporanea che lavora su grande scala e che, contrariamente all’apparenza, nasconde insidie e difficoltà concettuali e realizzative. La sua sfida più grande: connettere la terra con il cielo con una scala lunga cinquecento metri. Una vera e propria “scala celeste” che con la sua luce illumini il tragitto di chi la percorrerà idealmente. Un’arte dal valore simbolico che mai come in questo caso ci porta lontano.