Aida Nizar

Altro che scuola, al Grande Fratello i bulli vengono bullizzati

Manuel Peruzzo

Il caso di Aida Nizar, la prepotente che tutti detestano e contro cui si sono coalizzati pubblico e concorrenti

Basta chiedere scusa. Lo abbiamo capito alla seconda puntata del Grande Fratello: scuse per i messaggi omofobi e razzisti su Facebook, scuse per aver abbandonato tua figlia, scuse per aver insultato la reputazione della tua ex. E di scuse ne sono arrivate: poche, tardive, mal fatte. Scuse di facciata. Perché è più facile pretenderle che farle, e perché in genere chi le fa cede alla pressione sociale e non ci crede (inutile scusarsi per quello che sei, ma puoi almeno migliorare la tua educazione). Sono arrivate persino quelle di Aida Nizar a Malgioglio: “Su di te anche il cino (cinese) diventa Versace”.

 

Aida Nizar, proprio lei, ci ha messo pochissimo per farsi odiare da tutti. È entrata come bulla ma è già bullizzata. S’è lamentata subito della casa sporca e di notte s’è messa a vomitare: nel lavandino. Quando gli altri inquilini hanno trovato la sorpresa hanno dato la colpa a Patrizia, facendola litigare col resto del gruppo. Aida, alle strette, ha poi confessato e s’è auto certificata “molto coraggiosa per averlo detto”. Applausi. Purtroppo il resto del gruppo non condivide quest'idea. Il peggio accade quando i ragazzi fanno i tiramisù e Aida vuole mangiare il suo prima degli altri, da sola. Baye Dame la insegue e glielo strappa di mano. Inizia un tutti contro Aida.

 

 

In ordine sparso, in privato e in pubblico, le dicono: “Affogatela”. “Puttana”. “Ti faccio nera”. “Deve essere bruciata”. “Rinchiudetela”. “Mettetele una scopa in culo così pulisce casa”. Culo moscio. A un certo punto Luigi Favoloso, un maestro di finezza, le dice che sembra una di sessant’anni, che ha il “culo di merda”. Nel reality più gay friendly e anti discriminazioni si sta mettendo a dura prova il cuore puro dei concorrenti. Barbara D’Urso e i suoi autori sono stati molto furbi e hanno buttato tanta benzina nella casa. Ma serviva il fuoco. Serviva una persona che si potesse odiare impunemente, quella diversa dagli altri, quella che si sarebbe resa odiosa e che avrebbe creato dinamiche, problemi, scontri. Una che non è percepita in quota minoritaria e quindi le si può dire di tutto.

 

Aida serve a questo, a farci capire che non esistono solo le discriminazioni contro le minoranze (che possono anche diventare molto prepotenti) ma esiste un'aggressività sociale, anche se non la riprendi con delle telecamere. Non fate l’errore di pensare che sia colpa del programma, dei modelli negativi televisivi (dovremmo quindi dare la colpa ad Amici se i concorrenti non riconoscono l’autorità di Heater Parisi e poi insultano il professore di matematica?): è una battaglia di retroguardia. I bambini torturavano i gatti prima di poterli riprendere col cellulare. Anzi, oggi è diverso da prima, e il pubblico di questi programmi è netto nel condannare la prepotenza. L’unico a capire le dinamiche televisive è Simone Coccia, che dice che da casa uno capisce che se il gruppo si accanisce contro una persona sgradevole finisce per passare dalla parte del torto. Peggio dell’egoismo di Aida c’è la prepotenza di tutti gli altri. Forse se ne è accorto, tardi, anche l’impulsivo Baye Dame, che dice: “Mi dispiace perché mio padre si starà vergognando come un pazzo”. Basteranno le scuse?

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