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Sbagli e sei fuori. La (mala) educazione della scuola c'è anche ad Amici di Maria

Mario Leone

Tre ballerini e un cantante si sono resi protagonisti di scorribande notturne. Si parla di festini con molto alcol e schiamazzi. La punizione scelta dalla presentatrice è però quanto di più diseducativo

E’ il caso che ha movimentato il week end agitando la scuola più social d’Italia, quella degli Amici di Maria De Filippi. Velocemente i fatti. Tre ballerini, Filippo, Vittorio e Nicolas con il cantante Biondo si sono resi protagonisti di scorribande notturne. Si parla di festini con molto alcol, schiamazzi e tutta la classe più o meno coinvolta. Intollerabile per la “mamma “ De Filippi e tutta la produzione del talent, perché contro il regolamento del programma che tutti i ragazzi firmano in fase di ammissione. La stessa Maria, che non ha voluto dettagliare quello che i ragazzi hanno fatto, “per evitare fossero etichettati” , ha spiegato in trasmissione le ragioni di tale provvedimento, la necessità nella vita di un autocontrollo e, poiché le colpe sono suddivise in maniera diversa per tutta la classe, i quattro scapestrati dovranno sostenere un nuovo esame di ammissione mentre il resto della classe sarà a disposizione del Comune di Roma per ripulire le strade della Capitale durante la notte. “Fosse capitato a mio figlio non ne sarei stata pazza di gioia” chiosa un’oscura De Filippi.

Pochi minuti e la notizia si diffonde sui social con le fazioni che battibeccano sulla bontà o meno del provvedimento. I giornali stanno battendo la notizia e subito la Sindaca di Roma entusiasta dichiara: “Maria De Filippi ha avuto una buona idea! Aspettiamo volentieri i ragazzi di Amici: questa città, dopo anni di incuria e abbandono, ha bisogno di ragazzi volenterosi che diano il buon esempio!”.

 

La decisione di Maria è la nuova tendenza verso quell’educazione buonista che lentamente si sta impossessando dei nostri ragazzi e dei luoghi deputati all’educazione: uno su tutti la scuola.

 

La De Filippi parla di suo figlio. Immaginate vostro figlio: si ubriaca a una festa o in gita, fa casino tutta la notte, lo beccate o è beccato sul fatto e che fate? Lo mandate a pulire la strada sotto casa perché, come dice la Raggi, questa città ha bisogno “di ragazzi che diano il buon esempio”. Quale esempio? Mettere in pubblica piazza l’errore di una persona significa educare? (per fortuna non si voleva etichettare nessuno). Condannare a svolgere mansioni che spetterebbero a chi è deputato e pagato per mantenere il decoro pubblico, significa far crescere? Non si tratta di lavori socialmente utili perché questi ragazzi non hanno sfasciato la scuola o imbrattato strade e muri.

 

È il lento declino dell’autorevolezza, la galoppante quanto disarmante constatazione che chi è chiamato a educare sa al massimo condannare i ragazzi a fare qualcosa di utile (che non viene fatto da chi dovrebbe) per la città che dovrebbe essere guidata e amministrata non da puniti impegnati a espiare la pena ma da gestori competenti capaci di guidare la “cosa pubblica”. C’è grande confusione. Chiederemmo a Maria cosa c’entra il talento di un ragazzo con il suo comportamento? Come succede nelle scuole. Tanti professori confondono il rendimento con la condotta mettendo 5 in pagella perché non “si comporta bene” in classe.

 

Così i quattro scapestrati della “scuola” di Maria saranno costretti a sostenere un nuovo esame di ammissione (che ri-certifichi il talento nel canto o nel ballo del ragazzo evidentemente diminuito dopo la sbronza notturna…) sottoposti al giudizio di una commissione e forse del pubblico. Ancora una volta è il grillismo che vince: sbagli e sei fuori.

 

Il talento di Filippo, Vittorio, Nicolas e Biondo sarà aumentato nelle notti di pulizia romana? Evidentemente no. E’ solo un modo (anche molto televisivo e non educativo) per espletare un’autorità e non un’autorevolezza: se voglio posso portarti indietro sino agli esami di ammissione.

 

Maria De Filippi avrà avuto le migliori intenzioni ma ha smascherato una mentalità dominante dove l’unica proposta che un adulto pone di fronte all’errore di un ragazzo sono i lavori forzati e non una compagnia autorevole.

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